Enrico Fabris, Ippolito Sanfratello, Matteo Anesi, Stefano Donagrandi, formano la squadra che ha vinto il titolo olimpico nell'inseguimento a squadre. I tre azzurri che hanno disputato la storica finale superando il Canada sono Fabris, Sanfratello e Anesi. In pista si sono affrontate la squadra che detiene il primato mondiale (Canada 3:39.69) e quella che detiene il record olimpico (Italia 3:43.64). Impressionante il ritmo impresso fin dal primo giro dagli azzurri che hanno sfruttato proprio nei primi metri una indecisione dei canadesi incrementando il vantaggio in maniera determinante. A metà gara il ritorno del terzetto canadese composto da Arne Dankers, Steven Elm, Justin Warsylewicz è durato poco più di due giri. Ma gli azzurri hanno aspettato l'ultima parte per sferrare una impressionante progressione che li ha portati a tagliare il traguardo in 3:44.46 con oltre due secondi di vantaggio (+2.42).
Matteo Anesi, 21 anni di Baselga di Pinè, atleta delle Fiamme Gialle, in nazionale dal 2002; Enrico Fabris, 25 anni di Roana in provincia di Vicenza, atleta delle Fiamme Oro, in nazionale dal 2001; Ippolito Sanfratello, 33 anni di Piacenza, atleta del Circolo Pattinatori Pinè-Pulinet in nazionale dal 2003 e Stefano Donagrandi, 30 anni di Brescia atleta delle Fiamme Oro, sono i vincitori della medaglia d'oro olimpica nella disciplina del pattinaggio velocità inseguimento a squadre. http://www.altopianodipine
Ippolito Sanfratello (Piacenza, 3 novembre 1973) è un ex pattinatore di velocità in-line ed ex pattinatore di velocità su ghiaccio italiano. Laureato in Economia e commercio all'Università Cattolica di Piacenza nel 1998, ha ottenuto grandissimi successi nel pattinaggio a rotelle, con 8 titoli mondiali e il record mondiale sui 1000 metri.
Dedicatosi poi al pattinaggio su ghiaccio, affine alla sua precedente disciplina, è entrato in nazionale nel 2003 e ha ottenuto discreti risultati, fra cui il quinto posto agli Europei nei 1500 metri nella stagione 2005-06 e un quarto posto in una prova di Coppa del Mondo nello stesso anno.
Ai XX Giochi olimpici invernali del 2006, ha vinto l'oro nell'inseguimento a squadre insieme a Matteo Anesi, Enrico Fabris e Stefano Donagrandi.
Quel che accadde ai Giochi di Torino del 2006 durante il programma originale del pattinaggio di figura tra Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio è epica, un’epica martellata dall’eco della frase non pronunciata: «L’hai fatto ancora». I due erano la coppia più attesa delle Olimpiadi invernali, all’inseguimento della gara perfetta. E si erano avvicinati alla perfezione, con un programma latino che li aveva visti districarsi col sorriso sulle lame. Fino a quei cinque secondi dalla fine, quando, dopo una difficile diagonale, Maurizio sbaglia l’ultimo sollevamento, il più facile. E finisce la musica. Errore irreparabile. Barbara guarda da un lato, poi dall’altro, poi lo guarda. È l’“occhiata”. Mezzo minuto da gladiatori nell’arena, dove è chiaro che Barbara si sta mangiando Maurizio, che ha una tuta col petto aperto quasi a dire «colpiscimi», dove tra le iridi spalancate di stupore e recriminazione passano tutti i momenti principali non di una vita ma di due vite, unite sul fil di lama dei pattini in un equilibrio precario, indissolubilmente in sincrono sia nella buona che nella cattiva sorte.
Non c’è miracolo che possa ripescare gli italiani dalla scivolata al settimo posto. Si presentano per il programma libero in versione favola, danzando sulle note del Principe d’Egitto. Lei determinata, lui obbediente, quando stanno per entrare Barbara gli stringe la mano. Un segno pubblico di pace. L’esibizione è impeccabile. Lontano dai primi posti, Fusar Poli e Margaglio terminano l’Olimpiade torinese parlandosi. Nella loro carriera hanno rotto l’incantesimo di 105 anni di Mondiale senza un italiano sul podio nel pattinaggio artistico, non potevano lasciarsi sconfiggere da una caduta ripetuta. Dopo Torino 2006 hanno partecipato a Galà sul ghiaccio, allenato, commentato in televisione competizioni di danza su ghiaccio. Ma l’epica della loro storia, la gioia della loro prima vittoria e il fuoco bruciante della loro sconfitta è ancora vivido negli occhi di appassionati e non, acceso e nitido sotto la categoria “attimi più emozionanti di certe vittorie iridate” Melania Sebastiani .www.storiedisport.it