mercoledì 27 ottobre 2021

#Lebelleitalie. Il passo di Pampeago ai confini fra le province di Trento e Bolzano

Il passo di Pampeago (Reiterjoch in tedesco), (1.983 m), è un valico alpino fra la selva di Ega e la Cima di Valsorda, ai confini fra le province di Trento e Bolzano, nelle Dolomiti. Mette in comunicazione la val di Fiemme alla val d'Ega. Gli ultimi 2,5 km del versante meridionale sono stati asfaltati nel corso del novembre 2011 per il passaggio del Giro di Italia 2012. Sul versante meridionale si trova l'Alpe di Pampeago, mentre su quello settentrionale la frazione di Obereggen del comune di Nova Ponente. Entrambe le località sono connesse dagli impianti di risalita dello Ski Center Latemar.
Sull’Alpe di Pampeago, fra il rifugio Baita Caserina e il Monte Agnello, si estende il parco d’arte RespirArt. Un percorso di circa tre chilometri permette di ammirare le installazioni artistiche nella natura create da artisti di fama internazionale


Per ammirare un panorama sulla Val di Fiemme si raggiunge la croce del Cornon, passando per il Monte Agnello. www.visitfiemme.it

“RespirArt” è uno dei parchi d’arte più alti al mondo. Si estende a Pampeago lungo un percorso ad anello, fra le quote 2000 e 2200 m. Le sue installazioni artistiche dialogano con i pascoli e le guglie dolomitiche del Latemar, dichiarati Patrimonio Naturale dell’Umanità dall’Unesco. Fra le opere d’arte create da artisti di fama internazionale, quella di Hidetoshi Nagasawa, un vero e proprio gotha dell’arte.
Ogni estate, si affacciano nuove installazioni artistiche, fra concerti ed incontri letterari organizzati nel Teatro all’aperto del Latemar, di fronte a Baita Caserina. Alcune opere sono visibili anche d’inverno ai lati della pista da sci “Agnello” dello Ski Center Latemar.
Il gesto creativo di “lasciare andare” opere d’arte nella natura invita ad affidarsi ai mutamenti e, quindi, alla vita stessa che è continua trasformazione. Gli agenti atmosferici non rovinano le opere, tutt’altro, essi le completano, plasmandole e mutandone i colori. RespirArt invita a rilassarsi nella continua mutevolezza della natura.
Scopriamo le caratteristiche paesaggistiche e altimetriche dei versanti di Tesero (TN) e Ponte Nova (BZ) per affrontare al meglio il passo di Pampeago in bicicletta.
DOVE SI TROVA IL PASSO DI PAMPEAGO
Questo famoso quanto impegnativo passo dolomitico, che va da oggi ad aggiungersi al nostro database dedicato al Trentino in bicicletta, mette in comunicazione Val di Fiemme (provincia di Trento) e Val d’Ega (provincia di Bolzano) si trova nel Trentino Orientale. Lo abbiamo scoperto e percorso per la prima volta durante la Dolomitics24 (edizione del 2019) e da allora ci è rimasto particolarmente impresso per i suoi colori e la bellezza senza tempo del Latemar, formazione rocciosa dolomitica che sovrasta il passo e che potete ammirare in alcune delle foto di questo articolo. Altra caratteristica di questo luogo sono i suoi alpeggi: prati verdissimi a perdita d’occhio, dolci saliscendi alle pendici delle montagne e coloratissimi fiori sono un trittico che colpisce al cuore lo sguardo del visitatore che per la prima volta giunge in cima al passo. cyclinginlove.com

Alamo · Roberto Vecchioni

domenica 17 ottobre 2021

#Lebelleitalie. Marotta in provincia di Pesaro e Urbino

Marotta è una località balneare di 12 525 abitanti  situata nella provincia di Pesaro e Urbino il cui territorio è ripartito in due comuni: Mondolfo e, per una piccola parte, San Costanzo.
L'origine del nome Marotta si fa risalire al latino Mala Rupta o Mauri Rupta. Infatti secondo alcuni storici, a differenza di quanto sostenuto sino ad ora, nel 207 a.C. la battaglia tra Roma e Cartagine durante la seconda guerra punica che vide la sconfitta dell'esercito cartaginese e la morte di Asdrubale Barca, sarebbe stata combattuta nella vallata del Cesano anziché in quella del Metauro.
Il 17 novembre 1917 a seguito di un fortunale affondò a Marina di Montemarciano il pontone armato Cappellini, mentre si arenò a circa 100 m dal lido di Marotta il pontone armato Faà di Bruno della Regia Marina, entrambi destinati in seguito ai fatti di Caporetto alla difesa del porto di Ancona. L'equipaggio del pontone armato Faà di Bruno venne rifornita da undici giovani ragazze del piccolo borgo che, nonostante il mare burrascoso, a bordo di una piccola imbarcazione, lo raggiunsero e sbarcarono alcune damigiane, cibi caldi e cestini di frutta, e a queste cose unirono un biglietto che diceva: "Le spose di Marotta offrono ai marinai d’Italia un bicchiere di vino". Analoga attività venne replicata il giorno seguente.
Il 24 agosto 1919 le undici ragazze, protagoniste dell'eroico episodio vennero decorate con la medaglia di bronzo al merito della Marina, con la seguente motivazione: «Equipaggiarono una imbarcazione e riuscirono coraggiosamente, malgrado il forte vento e il mare grosso, a vincere i frangenti e rifornire di viveri una unità navale da guerra che trovavasi gettata alla spiaggia di Marotta dalla violenza del fortunale».
Gabriele d'Annunzio per ricordare l'eroico gesto avrebbe dettato la citazione per la originaria lapide commemorativa del gesto delle coraggiose giovani eretta nella piazza di Marotta:
«Picene di antiche origini eran già nel mito dell’età primeva ancor prima dell’evento che le vide agli scalmi impavide dominare la tempesta.»
Nel secondo conflitto mondiale, invece, trovandosi alle soglie della Linea Gotica, le azioni di guerra non risparmiarono la popolazione civile e si ebbero numerose vittime. I tedeschi in ritirata fecero saltare ponti, strade, la ferrovia di Marotta e i duelli delle artiglierie nemiche costrinsero la popolazione a nascondersi nei rifugi. 
Fino al 17 luglio 2014, la cittadina di Marotta era suddivisa in tre comuni: i due attuali più Fano. Per questo motivo, Marotta veniva a volte definita come la "Berlino dell'Adriatico" dalla stampa e dai politici locali. Questa sezione riporta i passi principali che hanno portato all'unificazione di Marotta nel comune di Mondolfo.
La prima documentazione disponibile è un cinegiornale dell'Istituto Luce del 15 maggio 1959, in cui viene esposta la "paradossale situazione amministrativa". A quel tempo si voleva ottenere l'autonomia di Marotta in un comune proprio.
«I 4000 di Marotta dipendono così da 3 sindaci, 2 vescovi, 2 direzioni didattiche, 2 dazi, 4 cimiteri. Morire in tutto il mondo è una circostanza fastidiosa, a Marotta è complicatissima»
(Cronaca con l'obbiettivo del 15 maggio 1959) it.wikipedia.org


sabato 16 ottobre 2021

#Lebelleitalie. Il Borgo Medievale di Dozza

Il Borgo Medievale di Dozza, uno dei “Borghi più Belli d’Italia”, si trova a sud di Bologna, a 6 km da Imola ed è posto sul crinale di una collina che domina la valle del fiume Sellustra e scende dolcemente verso la via Emilia.
Il suo centro storico, dalla caratteristica forma a fuso, conserva intatto l’originale tessuto edilizio di stampo medioevale, e la possente Rocca Sforzesca, posta all’apice del paese si armonizza perfettamente con il resto dell’abitato, che segue il tracciato delle antiche mura.
Successivamente trasformata nel signorile Palazzo Malvezzi Campeggi, la maestosa Rocca fu voluta da Caterina Sforza, che la riedificò alla fine del XV secolo sulle precedenti rovine di fortezze bolognesi del 1250 ca. I bolognesi Campeggi la trasformarono da edificio puramente militare in palazzo signorile sul finire del ‘500. La Rocca passò in seguito, per via ereditaria, alla famiglia Malvezzi-Campeggi che vi dimorò fino al 1960.
Da visitare gli appartamenti del piano nobile, il salone, i salottini e le camere da letto, la cucina, le prigioni, le stanze di tortura, i camminamenti sulle torri. Al secondo piano si trovano il Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto e la Collezione Mascellani, mentre i sotterranei ospitano l'Enoteca Regionale dell' Emilia Romagna.
Nel centro storico, al quale danno colore e atmosfera i muri dipinti, meritano inoltre una visita la Chiesa prepositurale di S. Maria Assunta in Piscina, edificata nel XII sec. sui resti di una precedente chiesa romanica - contiene una tavola del 1492 di Marco Palmezzano, il Rivellino, dentro il quale è ricavata la porta settecentesca di accesso al borgo, e la Rocchetta di origini trecentesche. emiliaromagnaturismo.it
Dozza (Dòza in romagnolo) è un comune italiano di 6 629 abitanti della città metropolitana di Bologna in Emilia-Romagna, composto da due paesi: Toscanella (La Tuscanèla in romagnolo, oltre 5 000 abitanti), l'unica frazione, e il capoluogo comunale Dozza (poco più di mille abitanti). Dozza è considerato uno dei più caratteristici borghi medievali dell'Appennino tosco-romagnolo, sia per lo stato di conservazione sia per il paesaggio nel quale è immerso. Il capoluogo è detto anche Dozza Imolese per distinguerlo dalla borgata di Bologna. Fa parte del Nuovo Circondario Imolese.
Il toponimo Dozza deriva dal latino medievale ducia (doccia, docciola, doccione); l'etimologia è quella di "condotto", o canale che conduce acqua. Nei documenti medievali compaiono alternativamente i toponimi Ducia e Dutia. Il nome potrebbe anche essere un riferimento a un antico acquedotto capace di accumulare acqua dal Monte del Re in una cisterna per far fronte ai periodi di siccità.
Lo stemma cittadino presenta in primo piano un grifone rampante, animale araldico, che si disseta con l'acqua che fuoriesce da una conduttura.

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