Morbidi, vaporosi, caldi.
Guarniscono cappucci, polsini, colli di molti
capi d'abbigliamento
Ma quasi sempre quei peli sono ottenuti dalla
lavorazione di resti animali.
La denuncia è di Animal Amnesty. “Non
indossare il tuo cane!” è lo slogan della loro campagna. «Cappelli,
guanti, borse e altri accessori in pelliccia sono quasi sempre
provenienti dal mercato cinese. Ogni anno due milioni di cani -
soprattutto pastori tedeschi, chow-chow e anche tantissimi meticci e
gatti, allevati appositamente o prelevati dalla strada, sono
imprigionati e uccisi in maniera cruenta proprio per i loro manti.
Perciò - continuano gli attivisti - non fidarti dell’etichetta o del
prezzo economico: quella pelliccia nella maggior parte dei casi è
tristemente vera. L'abbigliamento ecologico è l'unico che rispetta gli
animali e non incentiva mercati illeciti».
da IL MATTINO ONLINE
martedì 17 dicembre 2013 - 22:49
Ultimo aggiornamento:
mercoledì 18 dicembre 2013 02:51
Un sacchetto tra cumuli di altri. Intorno rifiuti, sporcizia e degrado.
Da quella busta nera sbuca una piccola testa: è un cane. Coperto di
croste e ferite.
Ma per fortuna ancora vivo.
Il muso legato con uno
spago: l'assassino che l'ha gettato via come fosse immondizia ha agito
con la più spietata crudeltà.
Al povero animale non doveva essere
concessa nessuna possibilità di salvarsi. Abbaiando forse qualcuno
avrebbe potuto accorgersi di lei. E intervenire per liberarla.
Già lei,
perché la piccola è una mix segugia di due anni. Condannata a morire in
silenzio.
E invece salvata. Grazie ad una segnalazione arrivata al
gruppo di volontari dell'Associazione Anima Randagia della Calabria.
Magra da far paura, disidratata, sfinita dalla sofferenza, Elly deve
aver vissuto la sua breve esistenza in un inferno. Con un aguzzino che
le aveva destinato un finale da brivido.
Siamo a Simeri mare, provincia di Catanzaro. Un'altra storia terribile.
Ancora una di quelle che non vorremmo mai raccontare. Ma che purtroppo
continuano ad avere come protagonisti esseri che di umano davvero non
hanno più niente.
E creature indifese che non avranno mai giustizia se
non la denuncia e la diffusione di tanta assurda inspiegabile violenza.
La segugina ora è affidata alle cure del team di animalisti che cercano
per lei l'adozione giusta di chi sappia darle l'amore che merita.
Un ultimo pensiero va alle cento, mille piccole Elly scaricate lungo uno
stradone avvolte dal buio e dal silenzio di una allucinante agonia.
http://www.ilmattino.it/PELO_E_CONTROPELO/storia-cane-spago-intorno-al-muso/notizie/409521.shtml
da IL MATTINO ONLINE
martedì 10 dicembre 2013 - 23:06
Ultimo aggiornamento: giovedì 12 dicembre 2013 12:14
No. Non sta dormendo.
E tanto meno allattando i suoi cuccioli: è morta.
La cagnolina che vedete nella drammatica foto è una delle tante vittime
della crudeltà dell'uomo.
Sì perché quella povera mamma alla ricerca di
cibo per sfamare i suoi piccoli è stata avvelenata con un'esca di pollo
preparata da esseri cosiddetti...umani.
Così l'ha trovata Giulia, una delle tenaci volontarie che ogni giorno
combattono da sole e con pochissimi mezzi per strappare alla morte una
marea di randagi che l'incuria e il degrado morale condannano ad una
lenta fine.
Una scena straziante: i cuccioli sono attoniti, guaiscono.
Chiamano la loro mamma. Cercano di svegliarla da quel torpore
improvviso.
Qualcuno prova a succhiare il latte come aveva fatto fino a
pochi istanti prima che un'ombra nera la avvolgesse e se la portasse via
per sempre.
«
Sono certa che dietro atti vili come questo - spiega Giulia -
si
nasconda la mano criminale di qualcuno che odia profondamente gli
animali.».
La triste storia è accaduta a Piano dell'Occhio, Palermo.
Ma potrebbe
essere avvenuta ovunque.
In qualsiasi posto un randagio nel suo
disperato girovagare abbia avuto la sfortuna di incontrare sul suo
cammino un essere senza cuore.
di Alessandra Chello
http://www.ilmattino.it/PELO_E_CONTROPELO/la-storia-la-mamma-uccisa-con-il-veleno-accanto-a-lei-i-cuccioli-disperati/notizie/399893.shtml
un articolo scritto con umanità e passione;
un senso di imbarazzante condivisione con "esseri umani" ai quali manca la conoscenza del "valore della vita" in ogni forma Essa sia sviluppata.
Per far conoscere, per condividere, per cercare, ognuno nel suo piccolo, di cambiare qualcosa in un mondo troppo spesso di "persone sole con il proprio egoismo".
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giovedì 21 novembre 2013 - 02:30 Ultimo aggiornamento: 09:14
...ESTRATTO.....
L'Arcangelo custode dei cani del Monte Somma: una vita dedicata ai randagi
Somma Vesuviana. Anche i cani hanno l’angelo custode. Anzi,
l’Arcangelo. Nel nome c’è già tutto, come una missione,
perché l’angelo
dei cani che vivono liberi sui sentieri del Monte Somma si chiama
Arcangelo De Falco e ha 71 anni.
Ex ferroviere oggi in pensione, una moglie e due figlie per i suoi «fratelli» a
quattro zampe si prodiga molto più di tanti altri e
così ogni giorno, spesso in
compagnia dell’amico Gino Velotti, percorre la salita di Castello e si
addentra nei sentieri.
Lo attendono decine di cani, restano lì ben
sapendo che il loro «angelo» arriverà.
Carne in scatola, avanzi, pasta. «Preferiscono i maltagliati con la
carne» - dice Arcangelo, sorridendo.
Li conosce tutti, i cani del Monte
Somma. Ma non ha dato loro un nome. «
Per me sono tutti bellissimi, li
chiamo così: belli».
Solo ad una aveva trovato un nomignolo, ma non c’è
più. «Si chiamava Bianchina».
Sempre più convinto, Arcangelo, che i cani
«della montagna» vogliano restare senza padroni, scorazzare in libertà.
Hanno solo bisogno di almeno un pasto al giorno ed è quello che da
tempo lui gli regala.
Così,
senza chiedere nulla, porta loro da mangiare e i cani ricambiano,
accompagnandolo nel trekking tra i sentieri.
«Li conosce tutti quei
sentieri, come fosse una guida»- dice il suo amico Gino Velotti
che lo
ha fotografato insieme ai suoi «cuccioli».
La passione di Arcangelo per la montagna, e per tutti i suoi abitanti, è
proverbiale.
Ma è anche una sofferenza.
«Una sofferenza che si rinnova
ogni giorno nel vedere i sentieri invasi da spazzatura, le violenze che
si compiono contro la nostra montagna vulcanica, unica al mondo, chi ce
l’ha una montagna così bella?» dice l’ex ferroviere che gli amici
chiamano affettuosamente la «guida onoraria del Monte Somma».
Invece no, finora solo parole e promesse e sentieri nel cuore del Parco
Vesuvio che sono divenuti sversatoi.
Per i ritardi, la burocrazia, per
l’incuria di chi va a smaltirvi rifiuti spesso pericolosi, di chi
magari, stufo di un animale preso come fosse un giocattolo, lo ha
abbandonato lì.
Alla vita randagia.
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Cultura contadina
Calore Umano
Risorse che Madre Natura ha concesso alle nostre Terre.
Una storia, fuori da "grandi fratelli" e "vetrine effimere di gloria e ricchezza"
Una storia che "ascolti" la parola Vivere.
Nel piccolo, ognuno come può, dovrebbe ricordarsi che, essere "protagonisti" della Vita é molto più importante che essere disattenti viaggiatori in cerca di un futuro che forse mai sarà.
Aiutare,
Partecipare,
Fermarsi a riprendere un dialogo...
... con il normale Vivere.