venerdì 1 marzo 2019

Collalto Sabino, #lebelleitalie

Collalto Sabino è un comune italiano di 421 abitanti della provincia di Rieti, in Lazio. Sorge su un picco a sud-est del Lago del Turano, al confine con l'Abruzzo ed è considerato uno dei borghi medioevali più belli e intatti d'Italia.
La storia del borgo di Collalto fa risalire le proprie origini a tempi remoti: all'epoca dei Longobardi, che nell'Italia centrale e nell'Italia meridionaledetenevano i ducati di Spoleto e Benevento, risale la distruzione del villaggio di Carseoli che sorgeva ove ora sorge Civita di Oricola in località Bosco della Sesera. A questa distruzione si aggiunsero poi delle scorrerie portate avanti dai Saraceni, il che indusse i pochi abitanti rimasti nel luogo a costruire una primitiva torre di difesa attorno alla quale si costituì poi il moderno abitato di Collalto Sabino.
Nel X secolo l'area divenne sede di un gastaldato e nell'XI secolo divenne proprietà dell'Abbazia di Farfa che quivi stabilì un proprio monastero benedettino. Successivamente l'Abbazia cedette il borgo alla nobile famiglia dei Marsi con l'obbligo però di corrispondere un canone annuo alla comunità religiosa locale.
La particolare posizione del borgo, posto al confine tra lo Stato Pontificio ed il regno normanno di Napoli, lo rese un punto strategico a tal punto che venne visitato dall'Imperatore Federico II di Svevia durante un suo viaggio verso Rieti. Furono questi gli anni in cui il borgo godette di maggiore potenza e autonomia dai grandi possedimenti territoriali che lo circondavano, arrivando a godere del diritto di battere moneta e di ampliare le fortificazioni già esistenti con la costruzione di un castello. È in questo periodo che viene costruita una prima cinta muraria, in particolare dopo le battaglie di Benevento (1266) e Tagliacozzo (1268) che avevano visto il borgo di Collalto come uno dei principali punti di controllo della vicina Valle del Turano.
Nel 1297 il borgo viene ceduto da Carlo d'Angiò, nuovo re di Napoli, allo Stato Pontificio riconoscente della concessione del trono fatta a suo favore.
«Il castello Sederini di Collalto Sabino si trova in una delle posizioni più elevate della Sabina e del Lazio. Ha origini antichissime, derivanti dalla necessità delle popolazioni alto medievali di quest’area della Sabina di trovare rifugio in posizione sicura dalle continue incursioni saracene del IX secolo. Fu così che dopo il Mille attorno le prime ed incerte strutture di difesa si sviluppo l’abitato cinto di mura e torri ed arroccato attorno al castello. In questa epoca, testimoniata da documenti, è accertata la proprietà del castello da parte dell’onnipresente abbazia di Farfa. Passato a Carlo II d’Angiò fu da questi ceduto per vicende politiche e giurisdizionali alla chiesa. 
Il castello infatti si trova proprio ai confini dello Stato della Chiesa e l’Abruzzo, che dopo vicende belliche del Duecento entrava a far parte dell’orbita Angioina e del Regno di Napoli. A lungo fu di proprietà dei Savelli che nel XVI secolo lo vendettero agli Strozzi e poi ai Soderini. Questo lo cedettero alla metà del XVII secolo a Francesco Barberini, nipote di papa Urbano VIII. Nel corso dell’Ottocento fu acquistato dal conte Corvin-Prendowski e negli Anni Venti ai Giorgi-Monfort. 
La struttura architettonica originaria del castello risale al XII-XIII secolo e, nonostante le ininterrotte trasformazioni occorse nei secoli seguenti, è ancora abbastanza identificabile. La planimetria segue una forma a V ed è formata da due diversi corpi di fabbrica separati e diversi nella loro architettura. Uno orientato a sud-est con il portale d’ingresso recante lo stemma Barberini con ponte levatoio tra due possenti torrioni quadrangolari con merlature. L’altro più massiccio e semplice, con alte mura munite di feritoie e con bastioni circolari collegati con camminamenti sommitali di ronda. All’interno delle mura esterne, oltre il ponte levatoio si imposta il cortile, delimitato su tre lati dal corpo di fabbricati abitativi e sovrastato a nord dall'imponente mole della fortezza. 
Nell’ala orientale della bella corte si trova il vecchio corpo di guardia della milizia a presidio del castello mentre nell’ala occidentale si trovano le antiche cantine, granai e rimesse. 
Dalla corte infine partono due rampe recanti epigrafi dei Barberini, dei Corvin-Prendowski e dei Giorgi-Monfort che conducono al castello vero e proprio. Dalla sala d’ingresso che reca un grande camino con lo stemma Barberini si giunge al Salone d’Onore ornato con un camino con simbolo dei Soderini e dipinti di Rosa da Tivoli, dello Spagnoletto, del Fieravino e una grande tela di Luigi Garzi. Sempre allo stesso livello si trova il salotto con una piccola esposizione di porcellane e la cucina con decorazioni di genere nel soffitto. Notevole è la biblioteca in stile veneziano ed una saletta con una raccolta di armi ed armature. Dal cortile inoltre si dipartono altri percorsi. 
Il primo al giardino ed al parco ornato con numerosi esemplari di piante rare, accessibile per mezzo di una rampa. Il secondo invece all’interno del maschio del castello accessibile per mezzo di un ponte levatoio. All’interno si trovano gli ambienti della milizia, il deposito delle munizioni, le postazioni da tiro ed una sala anticamente utilizzata per celebrare processi e forse anche per torturare i prigionieri. Ai piedi del Maschio si aprono le prigioni. Degno di nota, nel lato meridionale della corte, l’edificio dell’orologio dell’epoca dei Barberini, mentre nel lato settentrionale si imposta una latrina a caduta libera».
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