venerdì 31 maggio 2019

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #Valdobbiadene

Valdobbiàdene (Valdobiàdene in veneto) è un comune italiano di 10 299 abitanti della provincia di Treviso in Veneto.
Valdobbiadene è una delle località interessate dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra l’XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. Per quanto riguarda la storia moderna il comune restò sotto il dominio veneziano fino al regno d'Italia.
Bisognerà aspettare però il 7 maggio 1116 per avere un documento scritto che citi Valdobbiadene. In questo l'imperatore Enrico V stabiliva i confini delle varie comunità della regione.
Ai tempi dei castelli a Valdobbiadene esistevano queste località: San Vito, Caravaggio, Santo Stefano, Barbozza organizzate in centri abitati che prendono il nome dal santo cui è dedicata la propria parrocchia. In quei tempi, queste chiese non erano solo delle costruzioni dove la gente si riuniva per pregare, ma erano l'unico posto dove la comunità poteva riunirsi a discutere.
Durante il dominio dei Franchi anche Valdobbiadene fu coinvolta in lotte per supremazia fra i Signori di Mondeserto, Da Cassuola, i Boninsegna e Mirabello per il possesso di territori e di chiesette costruite nella zona. Verso l'anno 1000 i signori dei vari castelli fecero costruire parecchie chiese: quella di San Giacomo a Guia, la cappella dedicata all'Arcangelo Michele a Bigolino, la parrocchia di San Vito. I Da Cassuola, signori di un castello che si trovava a Barbozza, in seguito a delle epidemie che avevano colpito la gente del luogo, permisero loro di costruirsi una borgata più in basso e anche la chiesa dedicata a San Pietro. A ritorno dalla prima crociata (1096), Giovanni Granone Volfardo da Vidor detto anche Giovanni da Bigolino, insieme con alcuni soldati di Valdobbiadene, fece costruire a Vidor la chiesa di San Vittore e Corona e anche l'abbazia di S.Bona. Nelle lotte per i territori di Valdobbiadene e per la costruzione di chiese, s'inseriscono anche il patriarca d'Aquileia, i vescovi di Treviso, di Oderzo, di Ceneda e di Feltre
Nell'anno 1095 l'imperatore Enrico V concesse dei feudi nei territori di Valdobbiadene a molti trevigiani per l'aiuto che essi gli avevano dato e, più tardi, emanò un decreto che stabiliva i confini di Valdobbiadene. Durante i secoli XII e XIII tutto il territorio fu governato dai CarraresiEzzelino da Romano e dai Da Camino e inoltre dal Comune di Treviso, finché nel 1391 tutta la Marca si sottomise alla Serenissima Repubblica di Venezia.  https://it.wikipedia.org/wiki/Valdobbiadene
 

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #VillabassaNiederdorf

Villabassa (Niederdorf in tedesco) è un comune italiano di 1 599 abitanti che si trova in Alta Pusteria, nella provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige
Il toponimo è attestato come Nidrindorf, Niederdorf, Nyderdorf dal 993/94-1005 e deriva dal tedesco nieder ("basso") e Dorf ("villaggio"). Il toponimo italiano, adottato nel periodo fascista, altro non è se non una traduzione letterale di quello tedesco
Non esistono testimonianze storiche della cittadina prima del X secolo. Tuttavia esistono reperti storici soprattutto romani (pietre miliari delle vie di comunicazione) trovati anche a Villabassa. L'Alta Val Pusteria era abitata dai Norici, dai Reti e dai Taurisci prima della sua conquista ad opera dei Romani. Queste popolazioni erano d'origine illirica e ad esse erano frammiste i Celti, a partire dal 500 a.C. Roma, con diversi trattati d'amicizia e d'alleanza, a partire dal 150 a.C. aveva reso la regione romanizzata, tanto che l'annessione nel 15 a.C. fu del tutto incruenta. Venne così creata la provincia della Rezia, che includeva anche il territorio su cui sarebbe sorta, secoli dopo, Villabassa.
La testimonianza storica di maggior rilievo è la cittadina di Sebatum, di cui si rinvengono alcune rovine poco prima di Brunico (a San Lorenzo di Sebato, per la precisione), lungo la strada statale 49 della Pusteria.
Parco lungo il torrente Rienza
Non sono attestati accampamenti romani nel territorio comunale, ma nel 1955 fu rinvenuta una pietra miliare romana posta lungo la via Aguntum-Vipitenum, che collegava la val Pusteria alla regione del Norico. Il miliare riporta una dedica all'imperatore Decio, che governò per soli due anni, dal 249 alla sua morte, nel 251. La pietra miliare, una colonna di roccia quarzosa di circa 2,15 metri di altezza e circa 550 kg di peso, indicava la distanza da Aguntum, città romana posta nei pressi dell'odierna Lienz.
La stazione ferroviaria di Villabassa, prima del restauro
La zona subì, nei secoli dell'impero romano, diverse invasioni di popoli barbarici, soprattutto germanici: Cimbri nel 113 a.C.; Quadi e Marcomanni nel 161; Iutungi nel 271 e nel 356; Alamanni nel 358; Visigoti nel 402; Unni nel 452; RugiSciriEruli nel 455, nel 462 e nel 468. Nel 476 la regione viene annessa da Odoacre e nel 489 da Teodorico re degli Ostrogoti. I Bizantini non raggiungeranno mai la val Pusteria dopo aver sconfitto gli Ostrogoti nella Guerra gotica (535-553), cosicché l'intera valle viene occupata dai Longobardi nel 553 e dai Bavari nel 560. I Franchi subentrarono nel 774. Nessuno di questi popoli ha lasciato testimonianze a Villabassa, ma, proprio a partire dall'Alto Medioevo, la germanizzazione della lingua sostituì progressivamente quella latina e celtica antecedenti. Anche il Cristianesimo s'impose intorno al IV secolo, tanto che i Benedettini, nel 769 eressero un convento a San Candido. Allo smembramento dell'impero carolingio, nell'814 la regione venne a dipendere dalla Sassonia ed è in questo periodo che per la prima volta è attestato il nucleo abitativo di Villabassa.

mercoledì 29 maggio 2019

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #PassodellaMendola

Il passo della Mendola (Mendelpass in tedesco) (1.363 m s.l.m.) è un valico alpino del Trentino-Alto Adige sulla strada statale 42 del Tonale e della Mendola. È una sella posta tra il monte Penegal e il monte Roen e situata su una catena montuosa, la Costiera della Mendola che a nord est strapiomba sulla valle dell'Adige e a sud ovest digrada dolcemente verso la val di Non.
La costruzione della strada del passo durò dal 1880 al 1885. Nel 1886 l'antico maso Mendelhof, per secoli proprietà dei conti Thun, venne trasformato in albergo e stazione termale.
Il luogo divenne rapidamente una rinomata meta di villeggiatura molto amata dalla nobiltà di tutta Europa: Francesco Giuseppe I d'Asburgo, imperatore d'Austria, soggiornò alla Mendola nel 1903. L'imperatrice Elisabetta di Baviera (Sissi) lo scelse più volte per trascorrervi le vacanze. Tra gli altri personaggi celebri si ricordano lo scrittore Karl May, il premio Nobel Wilhelm Conrad Röntgen e il leader indiano Mahatma Gandhi. La prima guerra mondiale pose brutalmente fine alle attività della stazione termale.
Nel secondo dopoguerra la strada della Mendola è stata teatro di diverse corse motociclistiche e automobilistiche, tra cui la cronoscalata Appiano-Mendola che per diversi anni fu inserita nel campionato nazionale cronoscalate automobilistiche. Le ultime tre edizioni della Mille Miglia (1958, 1959, 1961) transitarono dal Passo della Mendola.
Il centro della Costiera della Mendola é il Passo della Mendola con 1.363 m s.l.m. Il valico alpino è un’amate meta per motociclisti ed appassionati di mountain bike come anche per escursionisti.
D’inverno una piccola area sciistica attira sciatori e snowboarder. Durante l’estate invece, la Mendola rappresenta un noto luogo di villeggiatura estiva per gli abitanti delle circostanti paesi ai piedi delle montagna. Moltissime sono le piccole casette che si trovano sparse sui prati e nei boschi.
Il Passo della Mendola si raggiunge facilmente con la funicolare della Mendola, una delle più antiche e più ripide funicolari d’Europa. La stazione a valle si trova a S. Antonio, una frazione del comune di Caldaro. Ma naturalmente si può raggiungere il Passo della Mendola anche da Termeno, Appiano o Caldaro, lungo un sentiero escursionistico, quindi a piedi. La strada porta invece da Appiano o Caldaro per ben 17 tornanti fino alla valico, da dove vi è garantito uno stupendo panorama sulla valle.https://www.weinstrasse.com/it/cultura-e-territorio/natura-e-paesaggio/montagne/costiera-della-mendola/passo-della-mendola/
Teena Marie - Hypnotized

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #PassodellaPresolana

Il passo della Presolana è un valico alpino delle Prealpi Bergamasche, in provincia di Bergamo, che unisce la Valle Seriana e la sua diramazione Val Borlezza alla Valle di Scalve; si trova sul percorso della strada provinciale ex SS 671(nel tratto ClusoneDezzo di Scalve) a una quota di 1 297 m s.l.m., fra il massiccio della Presolana a nord e il monte Scanapà a sud.
La zona posta nelle immediate adiacenze del valico è caratterizzata dalla presenza di frequentate strutture turistiche e di una stazione sciistica; dal punto di vista amministrativo l'area è suddivisa fra i comuni di Castione della Presolana, Coleree Angolo Terme, quest'ultimo appartenente alla provincia di Brescia.
È una delle stazioni invernali più classiche e incantevoli della provincia.
Facilmente raggiungibile da tutte le direzioni, è il “paradiso” degli sciatori principianti e dei bambini, tanto da essere definita la “palestra dello sci” della bergamasca; non mancano tuttavia le piste impegnative per l’utenza più tecnica. 
La stazione, dotata di impianto di innevamento programmato, è il primo centro lombardo con specializzazione per l’insegnamento a favore di portatori di handicap.
Altitudine: 1.300-1.700 m
Impianti di risalita: 6
Piste: 10
Livello: 4 facili - 5 medie - 1 difficile
Km di piste: 14
Neve programmata: impianto a bassa e alta pressione
Servizi: pista di pattinaggio. 
Piste scoperte in località Passo della Presolana, Malga Termen e Colle Vareno e pista coperta in località Castione. 
Pista di BOB su ruote, lunghezza metri 700, solo estiva. http://www.visitbergamo.net

Moby "First Cool Hive"

domenica 26 maggio 2019

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #Piemonte

Arborio è un comune italiano di 884 abitanti della provincia di Vercelli, in Piemonte.
Il comune di Arborio si trova in provincia di Vercelli a 27.9 km dal capoluogo e a circa 79 km da Torino. Il territorio è quasi del tutto pianeggiante ed è compreso tra il fiume Sesia (ad est) e il torrente Marchiazza (ad ovest).
La prima menzione del borgo si ha nel 999 in un diploma di Ottone III a favore del vescovo di Vercelli, Leone. Arborio fu confermato ai vescovi nel 1027 dall'imperatore Corrado II e nel 1152 da Federico I il Barbarossa. Nel XII secolo sul territorio dominano i conti di Biandrate. Nel 1179 il conte Ottone cede Arborio al comune di Vercelli e contemporaneamente si insediano i de Arborio con Guglielmo. Il consortile dei signori di Arborio appare ben consolidato nel secolo XIV e comprende numerose famiglie, tra cui gli Squarra, i Biamino, i Teta, i Gattinara, i de Rege. Nel 1335 il paese passa ai Visconti. Nel 1404 i de Arborio si sottomettono ai Savoia. Tra il 1405 e il 1407 il luogo è occupato da Facino Cane per conto del marchese di Monferrato. Nel 1407 i de Arborio si sottomettono di nuovo ai conti di Savoia, che acquisiscono stabilmente il territorio nel 1427. L'imperatore Massimiliano I nel 1513 inserisce Arborio nella contea di Gattinara che viene concessa a Mercurino Arborio di Gattinara, il futuro gran cancelliere di Carlo V. Nel 1525 il duca Carlo III di Savoia rinnova la costituzione del comitato a favore di Mercurino e l'imperatore Carlo V la conferma nel 1526. Nel 1621 il duca Carlo Emanuele I di Savoia trasforma in marchesato la contea di Gattinara a favore di Mercurino Filiberto Arborio di Gattinara. Il paese dà il nome alla celebre varietà Arborio di riso.

Col San Giovanni (Còl San Gioann in piemontese) è una frazione del comune di Viù situata a 1118  m s.l.m. Prima di essere aggregata a Viù il paese fu capoluogo di un comune autonomo
Col San Giovanni viene menzionato in un documento redatto nell'anno 1011 da Landolfovescovo di Torino. Nel Medioevo esso fu compreso prima nei possedimenti dell'Abazia di Sangano e passò poi sotto la giurisdizione dei Visconti di Baratonia. La chiesa parrocchiale presente nel capoluogo risale al 1614.
Il comune di Col San Giovanni comprendeva nell'Ottocento, oltre al capoluogo, anche numerose frazioni tra le quali Bertesseno, Niquidetto, Colletto e Richiaglio. Nel 1856 esso contava più di 1400 abitanti; per integrare i bassi redditi dell'agricoltura e dell'allevamento molti di essi durante l'inverno emigravano nel torinese per essere impiegati come servi presso famiglie benestanti.
Una credenza locale affermava che nel laghetto collocato alle falde del Civrari fosse nascosto un grande tesoro, ma che il luogo fosse frequentato dal diavolo e dalle masche, tanto che ogni anno il parroco di San Giovanni saliva dal paese per benedire lo specchio d'acqua. 
Col San Giovanni fu comune autonomo fino al 1927, anno nel quale fu unito a Viù. Il codice ISTAT del comune soppresso era 001820 il codice catastale (valido fino al 1983) era C906
Nel corso della resistenza il territorio attorno a Col San Giovanni fu teatro di duri scontri tra i partigiani e le forze nazifasciste, durante i quali si ebbero numerose vittime.
San Secondo di Pinerolo (San Scond in piemonteseSeisound in occitano) è un comune italiano di 3.629 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte.
Si trova nella fascia pedemontana non lontano da Pinerolo e fa parte della Unione Montana del Pinerolese. Il comune oltre al capoluogo comprende le frazioni di Airali e Miradolo. Proprio nel castello di Miradolo morì nel 1950 la contessa - pittrice e filantropa - Sofia di Bricherasio del casato dei Cacherano di Bricherasio.
Le prime fonti scritte riguardano il basso Medioevo, epoca nella quale compare il termine "Miradolium", riferito alla fortezza dipendente dall'abbazia di Santa Maria di Pinerolo. In quel periodo, infatti, era Miradolo il nucleo principale, e non il borgo di San Secondo. 
Quella fortezza fu teatro di violenti scontri armati, fino ad essere distrutta a fine Cinquecento durante i combattimenti fra le truppe francesi e quelle sabaudo-ispaniche. Nel corso dell'età moderna, invece, Miradolo iniziò la sua fase discendente, a vantaggio di San Secondo, che divenne sede di una contea infeudata ai conti Bianco. Nel Seicento venne toccata dalle guerre di religione tra cattolici e valdesi, mentre nel Settecento, quando gli scontri si placarono, San Secondo fu protagonista di un deciso sviluppo. La popolazione crebbe e si affermò la lavorazione del vasellame in terracotta (i "tupin"), che la resero famosa nel circondario. Durante l'Ottocento quest'attività crebbe ancora, sino a poter contare su 14 manifatture, che ricavavano l'argilla da apposite cave e che commerciavano i propri prodotti in tutto il Piemonte 
Lo Mal Y Lo Bien · Gipsy Kings
Novi Ligure è un comune italiano di 28 230 abitanti (74 611 nella sua area urbana) della provincia di Alessandria, in Piemonte, terzo comune della stessa per popolazione dopo il capoluogo e Casale Monferrato.
Anticamente nota semplicemente come Novi, assunse l'attuale denominazione in virtù del regio decreto dell'11 gennaio 1863. È un'attiva realtà commerciale ed industriale, nonché principale comune del Novese, il territorio che dalla città prende il nome.
Nel corso della propria storia, in ragione della strategica collocazione geografica, divenne prima oggetto di contesa da parte di antichi stati italiani medievali ed in seguito maggiore centro della Repubblica di Genova nella regione storica dell'Oltregiogo, quale crocevia dei traffici commerciali e monetari tra la Superba e la pianura padana. Fu inoltre capoluogo dell'omonima provincia di Novi durante il Regno di Sardegna.
Da sempre legata alla Liguria e al suo capoluogo, viene talvolta definita "La piccola Genova"
Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore.
Il chiostro della Biblioteca civica di Novi Ligure
Nota come Curtis Nova, probabilmente costituita da una comunità rurale non riunita in un borgo, raccogliendo parte della popolazione della vicina città romana di Libarna, dopo l'abbandono di quest'ultima poco prima del disfacimento dell'Impero romano d'Occidente. Inizialmente parte della Marca Obertenga, fu donata prima del 970 da Ottone I al monastero di San Salvatore di Pavia e divenne castello a cavallo dell'anno Mille. Libero comune nei primi decenni del XII secolo, si mantenne in precario equilibrio tra le città di Tortona e Pavia, in lotta tra loro, e Genova, alleata dei pavesi. Entrata nell'orbita tortonese, restò soggetta a questa città anche dopo la pace di Costanza (1183).
«Novi è l'ultima città dello Stato di Genova: si vanta come la sua metropoli, di possedere affreschi e sorbetti eccellenti»
(Charles de Brosses, "Le président de Brosses en Italie. Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740" - 1739) info e fotoNovi Ligure
Scorcio di via Girardengo, la principale del centro storico
è incredibile sospesa così cammino lentamente

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #Aosta

Aosta  è un comune italiano di 33 915 abitanticapoluogo della regione autonoma Valle d'Aosta.

La leggenda 

Narra una leggenda che nell'anno 1158 a.C. venne fondata la città di Cordelia da Cordelo, capostipite dei Salassi, discendente di Saturno e compagno di spedizione di Ercole.

L'epoca pre-romana 

Nel territorio della città era presente già in tempi protostorici una popolazione di cultura megalitica, come testimonia l'importante ritrovamento di una necropoli con tombe megalitiche e di un'area di culto risalenti al III millennio nella zona dell'attuale quartiere di Saint-Martin-de-Corléans. In seguito ci fu l'insediamento della tribù Celto-Ligure dei Salassi.

La dominazione romana 

Alla fine della Seconda guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C.Roma rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli alleati dei Cartaginesi continuavano a costituire una notevole minaccia. La funzione di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica. Era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale contro le invasioni barbariche. Per questo nacque allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.
Tuttavia dal I secolo a.C. la progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via delle Gallie. Dopo una serie di scaramucce e di spedizioni militari e di trattati dall'esito incerto, nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente. Alla fine, sconfitti, i Salassi vennero probabilmente sterminati o ridotti in schiavitù.
Da Aosta, epoca romana, passava la via delle Galliestrada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
«...la vecchia Aosta di cesaree mura
ammantellata, che nel varco alpino
èleva sopra i barbari manieri
l’arco di Augusto...»
(Giosuè CarducciPiemonte vv 17-20)
(FR)
«J'étais si heureux en contemplant ces beaux paysages
et l'arc de triomphe d'Aoste
que je n'avais qu'un vœu à former
c'était que cette vie durât toujours.»
(IT)
«Ero così felice di ammirare questi bei paesaggi
e l'arco di trionfo di Aosta
che avevo un unico desiderio da esprimere
che la vita durasse per sempre.»
(Stendhal
La cattedrale
Panorama da nord-est.

  

martedì 21 maggio 2019

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #lEmiliaRomagna

Fiorenzuola d'Arda è un comune italiano di 15 324 abitanti della provincia di Piacenza in Emilia-Romagna
Ingresso della chiesa di San Francesco
La Beata Vergine della Neve
Il territorio del comune di Fiorenzuola d'Arda è elencato tra i comuni di pianura, nella regione agraria Basso Arda[ l'altitudine media è di ottantadue metri sul livello del mare. Confina con i comuni di Alseno, Cadeo, Castell'Arquato, Carpaneto Piacentino, Cortemaggiore e Besenzone. Fiorenzuola d'Arda risulta essere il comune più popolato della provincia dopo Piacenza Fiorenzuola d'Arda
Fly Me to The Moon - Diana Panton
Sottopasso della Stazione ferroviaria suburbana di Castel Maggiore
Castel Maggiore (Castèl Mazåur in dialetto bolognese) è un comune italiano di 18 424 abitanti della città metropolitana di Bologna, in Emilia-Romagna, situato a circa nove chilometri a nord rispetto al centro storico del capoluogo, fa parte dell'Unione Reno Galliera.
I primi testi che parlano dell'esistenza del Comune, anticamente chiamato Castaniolo, risalgono a documenti del X secolo. L'edifizio più antico ancora presente nel territorio comunale è la chiesa (ormai non più ufficiata) dedicata a San Biagio, nella zona industriale (Via di Saliceto, incrocio con Strada Stradellazzo - o Strada Stradellaccio, o Via Stradellaccio). Di costruzione romanica, dalla semplice architettura, è affiancata da un tozzo campanile, non particolarmente alto, ma di un certo fascino. In seguito Castaniolo venne caratterizzato dall'appellativo Maggiore, per distinguerlo dalla località Castagnolo Minore del comune di Bentivoglio. La leggenda narra che il nome derivi da un grosso tronco di castagno che sarebbe stato trasportato sul territorio comunale dal Canale Navile. Il nome fu mutato nell'attuale dall'autorità pontificia nel 1818, che riconobbe anche al comune la giurisdizione sulle attuali frazioni. Il paese subì notevoli bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale a causa del passaggio della ferrovia Bologna-Padova. Lo stemma è cambiato recentemente dopo il passaggio da paese a città. Castel Maggiore
Dribble · 
Barre Phillips · Palle Danielsson · Barry Guy · J.F. Jenny-Clark · Stu Martin
Piccola frazione agricola, con abitanti in prevalenza dediti alla produzione di ottimo vino sangiovese.
Meritevole di una visita è la bianca chiesa parrocchiale dell’Assunta, che domina sull’area attrezzata del Parco Comunale del Fiume Marano. Nei pressi vi è il lago del Marano con possibilità di pesca sportiva e diversi maneggi ippici.
Il Parco fluviale del Marano, nella zona di Vecciano di Coriano, è la località a pochi passi dalla riviera romagnola e da Rimini.
Molto ampia, con bosco e prati verdi, è un’area picnic attrezzata con tavoli e panche in legno

Zaz, Je veux

“Datemi una suite al Ritz, non la voglio
dei gioielli di Chanel, non li voglio
datemi una limousine, per fare cosa?
dammi del personale, per fare cosa?
Un maniero a Neuchâtel, questo non fa per me
dammi la Torre Eiffel, per fare cosa?
Voglio amore, gioia, buon umore
non sono i vostri soldi a fare la mia felicità
“Donnez moi une suite au Ritz, je n’en veux pas
des bijoux de chez Chanel, je n’en veux pas
donnez moi une limousine, j’en ferais quoi?
Offrez moi du personnel, j’en ferais quoi?
Un manoir a Neuchâtel, c’est pas pour moi
offrez moi la tour Eiffel, j’en ferais quoi?
Je veux d’l’amour, d’la joie, de la bonne humeur
ce n’est pas votre argent qui f’ra mon bonheur

Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano 2024 | CANDIDATURE SONO APERTE FINO AL 30 APRILE

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