domenica 26 maggio 2019

#Primavera2019, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro102 #Piemonte

Arborio è un comune italiano di 884 abitanti della provincia di Vercelli, in Piemonte.
Il comune di Arborio si trova in provincia di Vercelli a 27.9 km dal capoluogo e a circa 79 km da Torino. Il territorio è quasi del tutto pianeggiante ed è compreso tra il fiume Sesia (ad est) e il torrente Marchiazza (ad ovest).
La prima menzione del borgo si ha nel 999 in un diploma di Ottone III a favore del vescovo di Vercelli, Leone. Arborio fu confermato ai vescovi nel 1027 dall'imperatore Corrado II e nel 1152 da Federico I il Barbarossa. Nel XII secolo sul territorio dominano i conti di Biandrate. Nel 1179 il conte Ottone cede Arborio al comune di Vercelli e contemporaneamente si insediano i de Arborio con Guglielmo. Il consortile dei signori di Arborio appare ben consolidato nel secolo XIV e comprende numerose famiglie, tra cui gli Squarra, i Biamino, i Teta, i Gattinara, i de Rege. Nel 1335 il paese passa ai Visconti. Nel 1404 i de Arborio si sottomettono ai Savoia. Tra il 1405 e il 1407 il luogo è occupato da Facino Cane per conto del marchese di Monferrato. Nel 1407 i de Arborio si sottomettono di nuovo ai conti di Savoia, che acquisiscono stabilmente il territorio nel 1427. L'imperatore Massimiliano I nel 1513 inserisce Arborio nella contea di Gattinara che viene concessa a Mercurino Arborio di Gattinara, il futuro gran cancelliere di Carlo V. Nel 1525 il duca Carlo III di Savoia rinnova la costituzione del comitato a favore di Mercurino e l'imperatore Carlo V la conferma nel 1526. Nel 1621 il duca Carlo Emanuele I di Savoia trasforma in marchesato la contea di Gattinara a favore di Mercurino Filiberto Arborio di Gattinara. Il paese dà il nome alla celebre varietà Arborio di riso.

Col San Giovanni (Còl San Gioann in piemontese) è una frazione del comune di Viù situata a 1118  m s.l.m. Prima di essere aggregata a Viù il paese fu capoluogo di un comune autonomo
Col San Giovanni viene menzionato in un documento redatto nell'anno 1011 da Landolfovescovo di Torino. Nel Medioevo esso fu compreso prima nei possedimenti dell'Abazia di Sangano e passò poi sotto la giurisdizione dei Visconti di Baratonia. La chiesa parrocchiale presente nel capoluogo risale al 1614.
Il comune di Col San Giovanni comprendeva nell'Ottocento, oltre al capoluogo, anche numerose frazioni tra le quali Bertesseno, Niquidetto, Colletto e Richiaglio. Nel 1856 esso contava più di 1400 abitanti; per integrare i bassi redditi dell'agricoltura e dell'allevamento molti di essi durante l'inverno emigravano nel torinese per essere impiegati come servi presso famiglie benestanti.
Una credenza locale affermava che nel laghetto collocato alle falde del Civrari fosse nascosto un grande tesoro, ma che il luogo fosse frequentato dal diavolo e dalle masche, tanto che ogni anno il parroco di San Giovanni saliva dal paese per benedire lo specchio d'acqua. 
Col San Giovanni fu comune autonomo fino al 1927, anno nel quale fu unito a Viù. Il codice ISTAT del comune soppresso era 001820 il codice catastale (valido fino al 1983) era C906
Nel corso della resistenza il territorio attorno a Col San Giovanni fu teatro di duri scontri tra i partigiani e le forze nazifasciste, durante i quali si ebbero numerose vittime.
San Secondo di Pinerolo (San Scond in piemonteseSeisound in occitano) è un comune italiano di 3.629 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte.
Si trova nella fascia pedemontana non lontano da Pinerolo e fa parte della Unione Montana del Pinerolese. Il comune oltre al capoluogo comprende le frazioni di Airali e Miradolo. Proprio nel castello di Miradolo morì nel 1950 la contessa - pittrice e filantropa - Sofia di Bricherasio del casato dei Cacherano di Bricherasio.
Le prime fonti scritte riguardano il basso Medioevo, epoca nella quale compare il termine "Miradolium", riferito alla fortezza dipendente dall'abbazia di Santa Maria di Pinerolo. In quel periodo, infatti, era Miradolo il nucleo principale, e non il borgo di San Secondo. 
Quella fortezza fu teatro di violenti scontri armati, fino ad essere distrutta a fine Cinquecento durante i combattimenti fra le truppe francesi e quelle sabaudo-ispaniche. Nel corso dell'età moderna, invece, Miradolo iniziò la sua fase discendente, a vantaggio di San Secondo, che divenne sede di una contea infeudata ai conti Bianco. Nel Seicento venne toccata dalle guerre di religione tra cattolici e valdesi, mentre nel Settecento, quando gli scontri si placarono, San Secondo fu protagonista di un deciso sviluppo. La popolazione crebbe e si affermò la lavorazione del vasellame in terracotta (i "tupin"), che la resero famosa nel circondario. Durante l'Ottocento quest'attività crebbe ancora, sino a poter contare su 14 manifatture, che ricavavano l'argilla da apposite cave e che commerciavano i propri prodotti in tutto il Piemonte 
Lo Mal Y Lo Bien · Gipsy Kings
Novi Ligure è un comune italiano di 28 230 abitanti (74 611 nella sua area urbana) della provincia di Alessandria, in Piemonte, terzo comune della stessa per popolazione dopo il capoluogo e Casale Monferrato.
Anticamente nota semplicemente come Novi, assunse l'attuale denominazione in virtù del regio decreto dell'11 gennaio 1863. È un'attiva realtà commerciale ed industriale, nonché principale comune del Novese, il territorio che dalla città prende il nome.
Nel corso della propria storia, in ragione della strategica collocazione geografica, divenne prima oggetto di contesa da parte di antichi stati italiani medievali ed in seguito maggiore centro della Repubblica di Genova nella regione storica dell'Oltregiogo, quale crocevia dei traffici commerciali e monetari tra la Superba e la pianura padana. Fu inoltre capoluogo dell'omonima provincia di Novi durante il Regno di Sardegna.
Da sempre legata alla Liguria e al suo capoluogo, viene talvolta definita "La piccola Genova"
Chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore.
Il chiostro della Biblioteca civica di Novi Ligure
Nota come Curtis Nova, probabilmente costituita da una comunità rurale non riunita in un borgo, raccogliendo parte della popolazione della vicina città romana di Libarna, dopo l'abbandono di quest'ultima poco prima del disfacimento dell'Impero romano d'Occidente. Inizialmente parte della Marca Obertenga, fu donata prima del 970 da Ottone I al monastero di San Salvatore di Pavia e divenne castello a cavallo dell'anno Mille. Libero comune nei primi decenni del XII secolo, si mantenne in precario equilibrio tra le città di Tortona e Pavia, in lotta tra loro, e Genova, alleata dei pavesi. Entrata nell'orbita tortonese, restò soggetta a questa città anche dopo la pace di Costanza (1183).
«Novi è l'ultima città dello Stato di Genova: si vanta come la sua metropoli, di possedere affreschi e sorbetti eccellenti»
(Charles de Brosses, "Le président de Brosses en Italie. Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740" - 1739) info e fotoNovi Ligure
Scorcio di via Girardengo, la principale del centro storico
è incredibile sospesa così cammino lentamente

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