venerdì 30 luglio 2021

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Lucilla Boari - Rivalta sul Mincio

Lo fa al ritmo del tormentone estivo 'Mille' di Fedez e Orietta Berti, che va forte anche in Giappone e qui viene 'pompato' dal dj nelle fasi morte della gara ("sono contenta che l'abbiano messa, perché Fedez è uno degli artisti che mi piace") e proprio nell'anno in cui la federazione compie 60 anni. Per questo si commuove non solo lei ma anche il presidente federale (e dell'ente europeo di questo sport) Mario Scarzella.
"E' una cosa storica - dice emozionato -, il bronzo di  Lucilla Boari dimostra che con la determinazione e la serietà si possono raggiungere i risultati più difficili". Poi si commuove. "Lei è Sanne, la mia ragazza" quando in collegamento video con Casa Italia compare la fidanzata.
Anche oggi, in una giornata per il resto di magra assoluta, e' una donna a smuovere il medagliere azzurro ora a quota 20 (21 con la Testa) e ancora una volta in una prima assoluta. Lei, la diretta interessata, ci sperava fin dalla notte scorsa, "e infatti - rivela dopo la gara - la notte scorsa non ho dormito pensando a quanto desideravo finire sul podio". La mancanza di riposo non le ha impedito oggi di rendere al meglio in gara, non tanto in semifinale contro la russa Elena Osipova, a sua volta costretta in finale ad inchinarsi alla classe della fuoriclasse sudcoreana An San, quanto nella finale per il bronzo contro la fortissima statunitense Mackenzie Brown, battuta con una prestazione superlativa. www.ansa.it
Aveva appena 19 anni, Lucilla Boari, quando nel 2016 ha partecipato alla sua prima Olimpiadi sfiorando la medaglia. Il tempo era però dalla sua parte e a Tokyo 2020 è riuscita finalmente a conquistare la sua prima medaglia olimpica: un bronzo nella gara individuale che è entrato nella storia del tiro con l’arco italiano.
Lucilla Boari ha scritto una pagina indelebile della storia del tiro con l’arco italiano alle Olimpiadi. Una vera e proprio impresa per la 24enne mantovana, che ha saputo resettare dopo aver pagato dazio in semifinale opposta alla russa Elena Osipova. (OA Sport)
E non è tardata la risposta di Lucilla che, commossa, ha detto: "Grazie alla mia ragazza". "I sacrifici fatti per arrivare fin qui sono tanti, è un traguardo che sognavo fin da piccola - ha raccontato l'atleta -. (Quotidiano.net
Lucilla Boari, un bronzo che sa di rivincita: “Cicciottella?
Il commento su quel passato che ritorna, ahilei, è così simpatico: «Mi aspetto di leggere un bel titolo sui giornali» www.informazione.it
Una gioia infinita quella Lucilla: "Se è un sogno, svegliatemi" dice con un sorriso. Ha 24 anni, tira con l’arco da quando ne aveva 7, e ha fatto qualcosa che nessuna italiana era mai riuscita a fare prima di lei: vincere una medaglia olimpica. "È un bronzo, sì, ma onestamente vale oro" dice orgogliosa della sua impresa, storica per l'arco italiano. Impresa frutto di una passione straordinaria per il suo sport presa dai genitori e di grandi sacrifici: è dovuta andare via da casa a 16 anni e lasciare il paese dove è nata, Rivalta sul Mincio (Mantova), per trasferirsi a Cantalupa, un piccolo paese in provincia di Torino dove la Federazione di Tiro con l’Arco ha il suo centro federale.
Rivalta sul Mincio è una frazione del comune italiano di Rodigo, in provincia di Mantova.
Il paese fa parte della Provincia di Mantova, e non è da confondersi con le omonime Rivalta presenti in altre regioni. Il suo nome probabilmente deriva dalla sua posizione geografica: lungo la riva più alta del Fiume Mincio, il quale è sempre stato l'elemento caratterizzante del paese stesso.
L'ambiente naturale in cui Rivalta è immersa costituisce una caratteristica fondamentale del paese stesso. Essa infatti si integra perfettamente con il Parco del Mincio, di cui è attivo il Centro Parco del Mincio, proprio a Rivalta, sulle rive del fiume omonimo. La palude, parzialmente bonificata mediante la costruzione di canali, rappresenta un'eccezionale riserva faunistica e contiene una gran varietà di piante e specie vegetali. Annesso al Centro Parco del Mincio è presente il Museo etnografico dei mestieri del fiume, che mira a raccogliere e preservare le vecchie tradizioni fluviali e di sostentamento della zona, ed un ostello della gioventù che può ospitare gruppi, comitive e famiglie in riva al Mincio.

giovedì 29 luglio 2021

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Gregorio Paltrinieri | Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta canottaggio doppio PL

Gregorio Paltrinieri è ARGENTO negli 800 sl!
Gregorio Paltrinieri torna sul podio olimpico! Dopo l’oro di Rio 2016 nei 1500 sl, l’azzurro butta il cuore oltre l’ostacolo e, nonostante la condizione non ottimale, guida a lungo nella finale degli 800 sl disputata al Tokyo Aquatics Centre e conquista una medaglia d’argento che vale tanto. L’azzurro, 2° al traguardo a +0.24 dallo statunitense Robert Finke (7:41.87), dopo una gara all’attacco riesce a tenere dietro almeno l’ucraino Mykhailo Romanchuk (+0.46). L’argento è suo. Contro la sfortuna e contro tutto (foto Ferraro GMT Sport). www.coni.it





Dal Sea Forest Waterway arriva la seconda medaglia e il secondo bronzo del canottaggio a Tokyo 2020. Merito di Stefano Oppo e Pietro Willy Ruta che portano il doppio PL azzurro sul terzo gradino del podio dietro a Irlanda, oro olimpico in 6:06.43, e Germania (6:07.29). I due azzurri hanno tagliato il traguardo a +7.87 dagli irlandesi. (Foto Pagliaricci GMT Sport). www.coni.it







#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Valentina Rodini-Federica Cesarini, oro olimpico,.

Valentina Rodini-Federica Cesarini, oro olimpico, il primo azzurro femminile della storia!
TOKYO, 29 luglio 2021 - All’inseguimento di un sogno Federica Cesarini e Valentina Rodini in questa finale del doppio leggero femminile. Azzurre reattive allo start, balzano in testa appaiate alla Gran Bretagna, con Francia e Olanda che assestatisi dopo i primi colpi le vanno a prendere, e ai 500 metri è inglesi, francesi e italiane, in quest’ordine, in pochi centesimi. 
 Si alza il vento sul Sea Forest Waterway ma le azzurre restano concentrate e continuano a restare attaccate al treno di Gran Bretagna e Francia, piazzando un attacco ai 750 metri che a 38 colpi le porta in testa. Rinviene pericolosamente l’Olanda in acqua 1, un avversario temibile per Fede e Vale che però ai 1000 metri sono ancora lì, terze a meno di cinque decimi dalle olandesi che dopo essere transitate in testa vanno ad aumentare. Bravissime le due azzurre a non cedere in questa prova di nervi a centrocampo che vede protagoniste anche Francia e Gran Bretagna, sarà una lotta anche a chi sbaglierà meno in un lago dalle difficili condizioni. 
Sembra prendere il largo l’Olanda in prossimità dei 1500 metri, dove però l’Italia passa ancora terza e ancora in piena lotta per un sogno. Le inglesi attaccano e la Francia prova a seguirle, Federica e Valentina sono lì a giocarsela, si appanna l’azione dell’Olanda e ora negli ultimi 200 metri ci si gioca il tutto per tutto! Vola la barca azzurra, attenzione alla Francia che risale pericolosamente ma è incredibile l’azione azzurra, nelle ultime 5 palate le azzurre danno il tutto per tutto, ed è oro!

 ORO OLIMPICO! ITALIA CAMPIONE OLIMPICA DOPO 21 ANNI, PRIMA MEDAGLIA E PRIMO STORICO ORO AZZURRO AL FEMMINILE AI GIOCHI PER LA SELEZIONE AZZURRA! Fede e Vale, avete scritto la nostra storia!!!  www.canottaggio.org
  • 1. Italia (Valentina Rodini, Federica Cesarini) 6.47.54, 
  • 2. Francia (Laura Tarantola, Claire Bove) 6.47.68, 
  • 3. Olanda (Marieke Keijser, Ilse Paulis) 6.48.03, 
  • 4. Gran Bretagna (Emily Craig, Imogen Grant) 6.48.04, 
  • 5. Usa (Mary Reckford, Sechser) 6.48.54, 
  • 6. Romania (Ionela Cozmiuc, Gianina Beleaga) 6.49.40.
  • Valentina Rodini, 26 anni di Cremona, appartenente alla Guardia di Finanza è alla seconda Olimpiade dopo quella di Rio 2016. Federica Cesarini, 24 anni di Cittiglio, è poliziotta; nel 2020 a Poznan avevano conquistato insieme l’argento europeo. Non erano le favorite, ma la loro tattica di gara è stata perfetta, in una finale incertissima. Rodini e Cesarini l’hanno vinta negli ultimi 50 metri mettendo la punta davanti all’equipaggio delle francesi (anche loro di chiara origine italiana, Tarantola e Bove).
      Cesarini è di Cittiglio in provincia di Varese, comune ricordato nello sport per aver dato i natali a Alfredo Binda, il più grande ciclista degli Anni Trenta. Lei di anni ne compirà 25 lunedì: festeggia con quattro giorni di anticipo insieme a Rodini, lombarda come lei, di Cremona, e prima di lei laureata in marketing. Le due azzurre hanno dedicato la vittoria alla famiglia di Filippo Mondelli, il canottiere del 4 di coppia morto lo scorso 29 aprile a 26 anni, a causa di un tumore. «Ieri non ci erano riusciti i nostri compagni del 4 di coppia, oggi invece – ha detto Cesarini – abbiamo portato Pippo con noi sul gradino più alto del podio».

martedì 27 luglio 2021

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Diana Bacosi | Daniele Garozzo

Ancora Diana Bacosi! La tiratrice umbra conquista la medaglia di argento nello Skeet ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e sale ancora sul podio a cinque cerchi, 5 anni dopo l’oro di Rio 2016. L’azzurra ha colpito 55 piattelli, cedendo soltanto nel finale alla statunitense Amber English, oro con 56 piattelli (nuovo record olimpico). Terza la cinese Meng Wei con 46 totali. (foto Mezzelani GMT Sport)
Diana Bacosi, argento azzurro nel tiro a volo a Tokyo 2020.
A chi la dedichi questa medaglia? Molti quest’anno hanno scelto di dedicare la vittoria ai nonni
“Non voglio essere banale, ma la dedico a tutti gli italiani, a tutti noi, perché conoscendo i nostri caratteri abbiamo sofferto tanto lo stare lontani, tanto il nostro avvicinamento. Abbiamo sempre resistito e reagito alle difficoltà di questo periodo, cantando dai balconi e sostenendoci. La mia medaglia è per tutti noi”. Quando si sbaglia un colpo importante, come riesci a ritrovare la concentrazione? “Non è facile, bisogna convincersi che lo sbaglio c’è stato, ma è passato e non si può tornare indietro. Bisogna concentrarsi e prepararsi su ciò che si farà dopo, ma bisogna essere convinti, perché il passato non si può cambiare”.
Fioretto maschile: Daniele Garozzo medaglia d’argento Il “principe” del fioretto azzurro si è arreso solo in finale, 15-11, contro il portacolori di Hong Kong Ka Long Cheung. E contro qualche problema fisico di troppo, contro cui ha lottato durante tutto il torneo olimpico.
Daniele Garozzo firma il terzo argento di giornata dell'Italia Team a Tokyo 2020. L’azzurro cede in finale per 15-11 a Ka Long Cheung, consegnando all’atleta di Hong Kong lo scettro olimpico del fioretto vinto 5 anni fa a Rio 2016 (foto Mezzelani GMT Sport).
Tokyo, 26 luglio 2021 - Più che una vittoria olimpica l'ha preso come u na sconfitta a una sfida. Per Daniele Garozzo quello di oggi è un argento amaro, che fa male: lo mette al collo e lo guarda appena, mentre si tocca la coscia dolorante e alla fine cerca persino di "sfuggire" persino alle inevitabili foto di rito.
Insomma, Garozzo non ha alcuna voglia di festeggiare il secondo posto nella prova di fioretto maschile alle Olimpiadi di Tokyo 2020. A cinque anni di distanza dall'oro di Rio 2016, aver preso parte alla seconda finale consecutiva è comunque un'impresa riuscita a pochi. Ma Garozzo è ipercritico nei confronti di se stesso, e dice: "Cheung (che ha vinto la finalissima per 15-11, ndr) è stato semplicemente più bravo - ha ammesso - Per me la delusione è davvero tanta: questo è un boccone difficile da mandare giù".

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Nicolò Martinenghi | Staffetta 4x100 stile libero, Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo

La prima medaglia del nuoto ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 è di bronzo e porta la firma di Nicolò Martinenghi! Al Tokyo Aquatics Centre l'azzurro (foto Ferraro - GMT Sport) si piazza al terzo posto nella finale dei 100 rana con 58"33 alle spalle del campione olimpico, il britannico Adam Peaty, oro in 57"37 e dell'olandese Arno Kamminga (58"00). 

Ventuno anni dopo Sydney 2000, quando Domenico Fioravanti e Davide Rummolo si presero due terzi del podio (primo e terzo), la rana azzurra torna sul podio a cinque cerchi.  www.coni.it
«Sul podio ho provato una forma di leggerezza assoluta: in quel momento ti senti diverso e capisci realmente che la frase “i sacrifici ripagano sempre” comincia ad avere un altro valore». Leggerezza assoluta. Nicolò Martinenghi, 21 anni residente ad Azzate (Varese), descrive così l’emozione provata sul podio del Tokyo Acquatics Centre dopo la medaglia di bronzo conquistata nella finale olimpica dei 100 metri rana. Il nuotatore varesino non ha nascosto la grande soddisfazione per il risultato di 58”33 ottenuto nella gara disputata nel pomeriggio giapponese (in Italia erano da poco passate le 4 di notte) con l’oro andato all’inglese Adam Peaty in 57”37 e l’argento all’olandese Arno Kamminga in 58”00. «Se questo è un sogno, vi prego non svegliatemi», ha scritto Martinenghi sul suo profilo Instagram. www.ilnotiziario.net
Argento! La staffetta 4x100 stile libero azzurra sale per la prima volta nella storia sul secondo gradino del podio di Tokyo 2020 grazie al quartetto composto da Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo. Al Tokyo Aquatics Centre gli azzurri cedono soltanto agli Stati Uniti, che vincono in 3:08.97, e si prendono una fantastica medaglia d’argento con il tempo di 3:10.11 (foto Ferraro - GMT Sport). Chiude il podio l’Australia, bronzo in 3:10.22.
«L’acqua è il mio elemento, nel quale riesco a essere me stesso». Il nuoto dunque come stile di vita, da affrontare bracciata dopo bracciata, sempre in vasca, senza paura. Alessandro, 22 anni, “il siluro di Torino”, è diventato ormai una consolidata realtà internazionale, capace di regalarci risultati incredibili -  Alessandro Miressi 
Un po’ arrabbiato per il terzo posto mancato ma super soddisfatto per la mia prestazione. Non pensavo di riuscire a fare meno del tempo nuotato in batteria; ho dato il meglio di me e ci sono anche riuscito. Non pensavo che andassero così forte ma siamo all’Olimpiade. Questo per me è un passo in avanti importantissimo. Batterie al pomeriggio e finali al mattino sono una novità per tutti. Personalmente sono ancora emozionato per la medaglia d’argento con la staffetta 
Thomas Ceccon
"Farò una foto del podio e la ridipingerò per darne una copia ad ognuno di noi. Che stile? Iperrealista. È un risultato che non era realizzabile neanche nei sogni più lontani. Abbiamo scritto una pagina bellissima per lo sport italiano. Sono davvero emozionato" questo il commento di Zazzeri dopo la vittoria. Un modo intelligente per unire le sue passioni. Lorenzo Zazzeri, infatti, oltre ad essere un campione olimpico è anche un artista. Nel 2017 ha partecipato alla Florence Biennale d'arte contemporanea, che ogni due anni si svolge alla Fortezza da Basso.Lorenzo Zazzeri 
«Sapevo che dovevo fare una gara di testa perché, se fossi passato a tutta, nei secondi cinquanta metri non avrei retto», ha dichiarato a Casa Italia dopo l'impresa Manuel Frigo, l'ultimo staffettista in vasca. «Ho cercato di fare la mia gara senza esagerare. Quando ho toccato, ho guardato subito in alto per vedere gli altri ragazzi cosa facevano. Ho visto 'Mire' che ha esultato. Allora mi sono girato a guardare il tempo e la posizione... e abbiamo esultato», ha aggiunto il 24enne nuotatore veneto. «Dedico questa medaglia alla mia famiglia, che ha fatto tanti sacrifici per me, e anche a mio nonno, che è mancato tre anni fa ed era sempre contento quando gli portavo qualsiasi medaglia. Questa gli sarebbe piaciuta ancora di più», ha concluso Frigo. Manuel Frigo
Si tratta dell seconda medaglia della storia dopo il bronzo della 4x200 stile libero di Massimiliano Rosolino, Filippo, Magnini, Simone Cercato ed Emiliano Brembilla ad Atene 2004.

domenica 25 luglio 2021

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Elisa Longo Borghini | Odette Giuffrida | Mirko Zanni

Tokyo 2020 come Rio 2016. Come cinque anni fa Elisa Longo Borghini conquista la medaglia di bronzo nella prova in linea di ciclismo su strada. L’azzurra (foto Sirotti - GMT Sport) ha tagliato il traguardo della Fuji International Speedway, dopo 137 km di percorso, in terza posizione a 1’29 dall’austriaca Kiesenhofer (3:52.45), campionessa olimpica, davanti all’olandese van Vleuten. Per l'Italia Team si tratta della terza medaglia in questa edizione dei Giochi. www.coni.it
TOKYO, 25 LUG - "Ho corso con tutte le persone che mi vogliono bene nel cuore". Elisa Longo Borghini, bronzo della prova di ciclismo in linea su strada, è piu' che soddisfatta della medaglia che bissa quella dello stesso colore a Rio.
"Arriverà il giorno della vittoria", scherza l'azzurra, che a RaiSport dopo la gara ammette di "aver sofferto molto a giugno, al Giro d'Italia". "Ormai ho fatto l'abitudine al podio. E' stata una corsa sofferta, per il clima poco clemente nei nostri confronti. C'era molto tatticismo, l'Olanda voleva tenere in mano la situazione, invece l'austriaca ha sorpreso tutte, e le olandesi sono rimaste fregate. Ma questo è il ciclismo, io sono contenta per il mio buon risultato e perché per me la maglia azzurra è sempre uno stimolo in più". www.ansa.it
Odette Giuffrida è medaglia di bronzo a Tokyo 2020! L’azzurra del judo è ancora sul podio olimpico e dopo l’argento di Rio 2016 conquista la medaglia di bronzo nei -52 kg superando l'ungherese Reika Pupp al golden score. Nel suo percorso verso la medaglia l'azzurra (foto Pagliaricci - GMT Sport) aveva sconfitto la rumena Andreea Chitu per ippon al golden score e poi battuto la belga Charline van Snick con un waza-ari, prima confitta con un waza-ari dalla padrona di casa Uta Abe.
"Un argento a Rio e un bronzo a Tokyo? E' molto bello, anche se ero venuta qua per l'oro. Questo bronzo però ha un peso davvero importante per me perché viene dopo cinque anni duri, di tanti cambiamenti, infortuni e ostacoli, è una medaglia di bronzo piena di orgoglio", sono le parole della judoka azzurra che sottolinea: "E' un bronzo che trasformerò in oro, a Parigi me lo prendo".
"Se ho già videochiamato mio nonno? Si, sì, già fatto. Mi ha detto che la medaglia me la pitturava lui non importava il colore. Quindi nonno preparati che me la devi fare d'oro", continua Giuffrida che del pianto a fine gara dice: "Uno sfogo per i cinque anni di inferno che ho passato".
"Che sapore ha questa medaglia nel tempio del judo? E' bello ma le Olimpiadi lo sono ovunque, a Tokyo, Rio, Los Angeles, a Roma...", spiega ancora l'atleta romana. Infine un incoraggiamento ai giovani a non mollare mai: "Spero di aver fatto sognare tantissimi giovani e aver dimostrato loro che non importa da dove arrivi e ci sei. Il lavoro ripaga sempre". Perché un bambino dovrebbe fare judo? "Gli direi solo: togliti le scarpe, sali sul tatami e prova. Io mi sono subito sentita libera e nel mio mondo".
Arriva dal sollevamento pesi il terzo bronzo di giornata per l'Italia Team a Tokyo 2020. A firmarlo è Mirko Zanni (foto Mezzelani - GMT Sport) che, nella categoria 67 kg, si è piazzato sul terzo gradino del podio, con 322 kg totali, dietro al cinese Lijun Chen (332 kg, con record olimpico) e al colombiano Luis Javier Mosquera Lozano (331 kg).
"Né pesi né atletica". Quando è nato, il papà Giorgio ex del powerlifting e la mamma Federica De Biasio, ex azzurra dell'atletica, avevano siglato un accordo per non far praticare al figlio uno dei loro sport. Mirko Zanni inizialmente si è quindi dedicato alla pallavolo, poi però il padre lo ha portato in palestra per fare potenziamento e lo ha convinto a partecipare alla sua prima gara di sollevamento pesi, all'insaputa della mamma che soltanto dopo un mese ha scoperto la "violazione" del patto. I risultati sono arrivati subito e si sono succeduti nel corso della carriera: l'ultimo è l'argento mondiale conquistato quest'anno a Mosca. A Tokyo vive la sua prima esperienza olimpica tra i 'grandi' dopo il bronzo vinto ai Giochi Olimpici Giovanili di Nanchino 2014. L'avventura giapponese è la ciliegina sulla torta, la tappa più importante di un percorso iniziato a Pordenone. tokyo2020.coni.it

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Vito Dell’Aquila | Luigi Samele

Vito dell’Aquila è un taekwondoka di appena 20 anni, che nel suo palmares può già vantare titoli importantissimi come un bronzo mondiale e un bronzo ed un oro europei, non male per un ragazzo che aveva incominciato a praticare arti marziali per combattere la timidezza…
Vito come ti sei avvicinato a questo sport e quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?
Ho iniziato a praticare questo sport nel 2008, a 8 anni: ero molto timido e a mio padre piacevano molto le arti marziali, impazziva per Bruce Lee. A Mesagne, dove abitavo c’era la palestra di Roberto Baglivo, una realtà molto importante nel Taekwondo e quindi ho deciso di provare. Pensavo che praticare arti marziali potesse aiutarmi a combattere la timidezza… E così è stato. La mia prima gara importante l’ho combattuta nel 2014, quando dopo aver vinto i Campionati italiani e la Coppa Italia la Federazione mi ha selezionato per il Mondiale cadetti a Baku e ho vinto anche li. Da quel momento ho cominciato a capire che poteva essere più di una semplice passione.
Cosa rappresenta per te il Taekwondo?
É la mia vita, è uno sport che faccio con assoluta passione e ho la fortuna di poter considerare il mio lavoro. Il Taekwondo mi ha dato tutto, mi ha permesso di crescere come persone combattendo la timidezza e acquistando consapevolezza in me stesso. E poi mi ha permesso di entrare nel gruppo sportivo dei Carabinieri, quindi mi ha aperto anche la strada a un altro tipo di carriera lavorativa perchè sono un Carabiniere a tutti gli effetti.
A 20 anni ti sei già qualificato per le olimpiadi… Il coronamento di un sogno.
Le Olimpiadi sono un evento incredibile, le sognavo fin da piccolo, ma è solo un primo passo verso altro: non voglio solo partecipare, vorrei ottenere il miglior risultato possibile. Spero sia solo l’inzio, sono giovane e mi aspettano tanti anni di Taekwondo. Voglio viverla fino in fondo e cercare di togliermi soddisfazioni.
L’oro però non lo nominiamo… Sei scaramantico?
No. assolutamente, dai facciamo che te lo dico. Sogno l’oro. Non è una questione di scaramanzia ma non voglio sembrare arrogante. Se un atleta non punta al massimo, è inutile anche fare gli viaggio a Tokio, non potrei mai dirti: “spero di vincere il bronzo o l’argento o arrivare quarto!”. Già molto spesso non vinci quando punti al massimo, figurati se parti puntando a un piazzamento…
Com’è la tua giornata tipo?
Mi alleno sempre due volte al giorno. Di mattina di solito curo lapreparazione atletica con vari tipi di lavoro come resistenza, forza, equilibrio e agilità. Nel pomeriggio invece c’è la parte tecnica e tattica con il combattimento vero e proprio.
Cosa consiglieresti a un ragazzo che vorrebbe intraprendere la tua carriera?
Prima di tutto, inizialmente, di non prendersi sul serio ma di impegnarsi sempre al massimo perchè lo sport va fatto con passione. Per raggiungere risultati bisogna fare sacrifici, lavorare duramente e non perdere mai la passione. E poi cercare di prendere il buono dagli altri, ma rimanere sempre se stessi. Non ho mai avuto un idolo in particolare, ma mi sono sempre ispirato a tante persone cercando di carpirne il lato migliore. unminutoprima.com
La prima medaglia d’oro dell’Italia Team a Tokyo 2020 porta la firma di Vito Dell’Aquila, nel taekwondo. L’azzurro di Mesagne è stato protagonista indiscusso della categoria -58 kg ai Giochi Olimpici giapponesi e alla Makhuari Messe Hall ha avuto la meglio in finale sul tunisino Khalil Mohamed Jendoubi per 16-12.
Il pugliese aveva iniziato il suo cammino verso l’oro olimpico superando l'ungherese Omar Salim 26-13, agli ottavi della categoria -58 kg. Poi l'azzurro ha battuto il tailandese Ramnarong Sawekwiharee 37-17, aprendosi la strada verso la semifinale in cui ha sconfitto l'argentino Lucas Lautaro Guzman 29-10.
Dell’Aquila, nato nel 2000, anno in cui il taekwondo ha esordito nel programma olimpico di Sydney, impreziosisce così la sua bacheca personale in cui trovano posto anche un oro e un bronzo europeo (2019 e 2018) e un bronzo mondiale (2017).
Per l’Italia Team si tratta, invece, del secondo oro olimpico di tutti i tempi dopo quello vinto da Carlo Molfetta a Londra 2012 (anche lui di Mesagne). www.coni.it
Luigi Samele (Foggia, 25 luglio 1987) è uno schermidore italiano, specialista della sciabola.
È fratello di Riccardo Samele arbitro internazionale di scherma. È tesserato per le Fiamme Gialle.Il suo maestro è Andrea Terenzio.
Ha vinto 3 volte i Campionati europei di scherma nella sciabola a squadre. Ha vinto le prove di Coppa del Mondo di scherma a Chicago nel 2014 e a Cancun nel 2016.
Ha conquistato la medaglia d'oro nella prova individuale ai Mondiali Cadetti di Plovdiv.
Partecipa come riserva alle Olimpiadi di Londra del 2012 e dà un grande contributo alla squadra italiana nella finale per il bronzo, vinta poi dall'Italia. Per 4 volte entra nella Top Ten del Ranking finale della Coppa del Mondo di scherma sciabola individuale.
Nel 2006 Ha vinto la Coppa del Mondo Junior 2005-06
Nel 2005 a Tapolca nei Campionati Europei Junior di scherma vince la medaglia d'oro sia nella prova individuale che nella prova a squadre.
Ha rappresentato l'Italia ai Giochi olimpici estivi di Londra 2012, vincendo la medaglia di bronzo nella sciabola a squadre, con Diego Occhiuzzi, Aldo Montano e Luigi Tarantino.
Nel 2016 a Roma, nel 2019 a Palermo e nel 2021 a Cassino nei Campionati italiani assoluti di scherma vince la prova individuale di Sciabola. Nel 2018 vince l'argento nella gara iridata di sciabola maschile a squadre sia al Campionato Mondiale di Wuxi che al Campionato Europeo di Novi Sad.
Questa è per lei una Olimpiade diversa?
«L’emozione e la voglia di fare l’Olimpiade sono le stesse. L’attesa è stata più lunga. La preparazione è stata la stessa. Puoi aspettare anche 10 anni, ma l’Olimpiade sarà sempre l’Olimpiade».
Quali differenze ci sono fra le sue Olimpiadi?
«Affronto Tokyo in maniera più matura e consapevole. La prima è stata un sogno che si realizzava, come una cosa che nemmeno credevo fosse possibile. Questa la affronto con la consapevolezza di volerla fare bene dopo anni di gare ognuna delle quali ti forma».
E quando ci sarà davvero da smettere?
«Tirerò le somme dopo queste Olimpiadi. Se sarò ancora competitivo e se mi divertirò continuerò fino a Parigi 2024. Un po’ d’ansia c’è perché una parte della tua vita finisce. Vorrei trasmettere la mia conoscenza schermistica, insegnare cosa può succedere a un atleta in carriera e può davvero succedere di tutto».
Da Foggia a Roma e ora a Bologna con la Virtus Scherma. Il cambiamento serve a un atleta?
«A me sì. Direi quasi che è necessario anche se ci sono persone che rendono meglio con la loro ancora di salvezza vicina. Quando io vedo che tutto è fermo vado in angoscia. Gli atleti vengono visti come macchine da guerra, ma alla fine tutti abbiamo un cuore e un’anima. Non esiste atleta che non possa essere scalfito». www.vanityfair.it

L’Italia Team inaugura il medagliere di Tokyo 2020 con l’argento di Luigi Samele, nella sciabola maschile. L’azzurro ha ceduto soltanto in finale all’ungherese Aron Szilagyi con il punteggio di 15-7. Nella sua cavalcata verso la medaglia il foggiano aveva superato il coreano Junghwang Kim (15-12) in una semifinale conquistata vincendo il derby con Enrico Berrè (15-10).
Per l’azzurro (foto Ferraro - GMT Sport) si tratta della seconda medaglia olimpica in carriera dopo il bronzo a squadre vinto a Londra 2012. www.coni.it

domenica 11 luglio 2021

European Athletics U23 Championships, Tallinn 2021 - Andrea Dallavalle | Gaia Sabbatini | Marta Zenoni | Simone Barontini | Nadia Battocletti | Manuel Lando | Alessandro Moscardi, Edoardo Scotti, Riccardo Meli e Alessandro Sibilio

Terza medaglia d'oro per l'Italia, in una meravigliosa edizione dei Campionati Europei under 23 di Tallinn, in Estonia. Nella mattinata della giornata finale, festeggia la vittoria Andrea Dallavalle nel triplo con un gran balzo a 17,05 (-0.5), seconda volta sopra i diciassette metri dopo il 17,35 di un mese fa che gli ha dato il pass per le Olimpiadi di Tokyo. Il 21enne piacentino delle Fiamme Gialle, più volte argento e bronzo nelle manifestazioni internazionali delle scorse stagioni, sale finalmente sul gradino più alto del podio. Sesto posto per Simone Biasutti con 16,00 (-0.9), mentre nel giavellotto è nona Sara Zabarino (52,01).
“PROMESSA MANTENUTA” - “Era da tanto tempo che aspettavo questo momento - racconta Andrea Dallavalle - e l’inno nazionale per me. Nella scorsa edizione di due anni fa a Gavle, in Svezia, ero sul podio con il bronzo al collo e guardando la bandiera ho detto: la prossima volta ti porto in alto... Ho mantenuto la promessa! Oggi volevo sfatare questo tabù, perché ogni volta nelle competizioni internazionali era sempre argento o bronzo”. Per vincere è servito un salto oltre i diciassette metri. “Gara difficile, perché dopo il primo turno ero sicuro di aver piazzato una buona misura, ma il francese Hodebar mi ha fatto veramente sudare con il suo 16,99 al secondo e devo ammettere che mi ha un po’ destabilizzato. Al terzo tentativo ho messo le cose a posto, ho raccolto le energie e c’è tutto in quel salto, che conferma la mia stabilità sui diciassette metri. Mi sentivo proprio bene, c’era solo il vento che dava fastidio, ma sono riuscito a gestire la situazione ed è il risultato del lavoro con il mio tecnico Ennio Buttò. Non è mai facile vincere da favorito, per la prima volta ero al via da leader stagionale e c’è sempre più responsabilità. Alle Olimpiadi di Tokyo ci vado con molta fiducia, in ottica qualificazione, perché qui ho dimostrato che in tre salti posso tirar fuori qualcosa di buono. Felicità assurda, è bellissimo!”. http://www.fidal.it
L’atletica azzurra vive un clamoroso pomeriggio finale agli Europei under 23 di Tallinn. L’Italia conquista altre tre medaglie d’oro con Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre) in una splendida finale dei 1500 metri, con Simone Barontini (Fiamme Azzurre), un guerriero negli 800 metri, e con Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre), dominatrice dei 5000. Questo bottino, arricchito anche dall’argento di Marta Zenoni (Atl. Bergamo 1959 Oriocenter) per completare la sensazionale doppietta azzurra dei 1500, permette agli azzurri di firmare il record di ori nella competizione (al momento sei), superando i quattro dell’edizione inaugurale del 1997, e frantumando pure il record di medaglie: mai erano state tredici (al massimo otto), come invece accaduto a Tallinn. Una medaglia anche dal salto in alto: è l’argento di Manuel Lando (Atl. Vicentina) che con 2,17 condivide il secondo posto sul podio con Nathan Ismar (stesso identico percorso), oro al ceco Jan Stefela (2,20). E un'altra dalla staffetta 4x400 maschile: argento (dopo la squalifica dell'Olanda) grazie ad Alessandro Moscardi, Edoardo Scotti, Riccardo Meli e Alessandro Sibilio. L’Italia chiude in vetta al medagliare grazie agli ori di Sibilio (400hs), Kaddari (200), Dallavalle (triplo) e dei tre mezzofondisti (Sabbatini, Barontini, Battocletti), i cinque argenti (Arnaudo 10.000, Coiro 800, Zenoni 1500, Lando alto, staffetta 4x400 maschile) e i due bronzi (Cosi nella marcia, Scotti 400).
Tre emozioni enormi in un’ora, in un pomeriggio che rilancia con forza il mezzofondo azzurro. La teramana Sabbatini, 22 anni, già vincitrice agli Europei a squadre, conferma il pronostico che la vedeva favorita e al termine di una gara tattica si libera di tutta la concorrenza negli ultimi duecento metri con un cambio di passo fulmineo (4:13.98 il tempo finale). La bergamasca Zenoni - che fu bronzo due anni fa - stavolta guadagna una posizione, grazie ad una strepitosa rimonta nel rettilineo finale con cui supera anche la britannica Erin Wallace (bronzo in 4:14.85). Oro meno atteso, nemmeno venti minuti dopo, quello di Simone Barontini: anconetano, 22 anni, prende l’iniziativa al suono della campana dell’ultimo giro e poi lotta come un leone, resiste, non ci pensa nemmeno a farsi recuperare dagli avversari, che devono inchinarsi: argento al belga Eliott Crestan (1:46.32), bronzo al britannico Thomas Randolph (1:46.41). A fare tris è la trentina Battocletti, 21 anni, talento cristallino della nostra atletica: nei 5000 metri è sfida a due con la slovena Klara Lukan fino ai -250 metri, poi Nadia decide che è il momento di scappare via e non ce n’è per nessuna. Festeggia l’ennesima medaglia giovanile con il tempo di 15:37.40, davanti alla Lukan (15:44.00) e all’olandese Diane Van Es (15:48.40).
Tra gli altri risultati, non è una medaglia ma è una prestazione che vale tantissimo lo score di 7936 totalizzato da Dario Dester nel decathlon: chiude al quarto posto - a soli 31 punti dal bronzo - e dopo vent’anni batte la migliore prestazione italiana under 23 di William Frullani (7871 ad Amsterdam nel 2001). Persa, invece, la medaglia di bronzo della 4x100 femminile: azzurre squalificate per infrazione di corsia (nella prima frazione, quella di Aurora Berton) che purtroppo vanifica il terzo posto ottenuto insieme a Giorgia Bellinazzi, Chiara Melon e Zaynab Dosso. Sesta la 4x400 donne (3:33.52, oro alla Repubblica Ceca con 3:30.11) composta da Alessandra Bonora, Eloisa Coiro, Anna Polinari, Samantha Zago. www.fidal.it

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