giovedì 19 dicembre 2013

SCELTE DI VITA, AIUTANDO NEL SEGNO DEL VIVERE.

Morbidi, vaporosi, caldi. 
Guarniscono cappucci, polsini, colli di molti capi d'abbigliamento 
Ma quasi sempre quei peli sono ottenuti dalla lavorazione di resti animali. 
La denuncia è di Animal Amnesty. “Non indossare il tuo cane!” è lo slogan della loro campagna. «Cappelli, guanti, borse e altri accessori in pelliccia sono quasi sempre provenienti dal mercato cinese. Ogni anno due milioni di cani - soprattutto pastori tedeschi, chow-chow e anche tantissimi meticci e gatti, allevati appositamente o prelevati dalla strada, sono imprigionati e uccisi in maniera cruenta proprio per i loro manti. Perciò - continuano gli attivisti - non fidarti dell’etichetta o del prezzo economico: quella pelliccia nella maggior parte dei casi è tristemente vera. L'abbigliamento ecologico è l'unico che rispetta gli animali e non incentiva mercati illeciti». 
da IL MATTINO ONLINE
martedì 17 dicembre 2013 - 22:49
Ultimo aggiornamento: mercoledì 18 dicembre 2013 02:51
di Alessandra Chello
Un sacchetto tra cumuli di altri. Intorno rifiuti, sporcizia e degrado.
Da quella busta nera sbuca una piccola testa: è un cane. Coperto di croste e ferite.
Ma per fortuna ancora vivo.
Il muso legato con uno spago: l'assassino che l'ha gettato via come fosse immondizia ha agito con la più spietata crudeltà.
Al povero animale non doveva essere concessa nessuna possibilità di salvarsi. Abbaiando forse qualcuno avrebbe potuto accorgersi di lei. E intervenire per liberarla.
Già lei, perché la piccola è una mix segugia di due anni. Condannata a morire in silenzio. E invece salvata. Grazie ad una segnalazione arrivata al gruppo di volontari dell'Associazione Anima Randagia della Calabria. Magra da far paura, disidratata, sfinita dalla sofferenza, Elly deve aver vissuto la sua breve esistenza in un inferno. Con un aguzzino che le aveva destinato un finale da brivido.
Siamo a Simeri mare, provincia di Catanzaro. Un'altra storia terribile. Ancora una di quelle che non vorremmo mai raccontare. Ma che purtroppo continuano ad avere come protagonisti esseri che di umano davvero non hanno più niente. E creature indifese che non avranno mai giustizia se non la denuncia e la diffusione di tanta assurda inspiegabile violenza.
La segugina ora è affidata alle cure del team di animalisti che cercano per lei l'adozione giusta di chi sappia darle l'amore che merita.
Un ultimo pensiero va alle cento, mille piccole Elly scaricate lungo uno stradone avvolte dal buio e dal silenzio di una allucinante agonia. 

http://www.ilmattino.it/PELO_E_CONTROPELO/storia-cane-spago-intorno-al-muso/notizie/409521.shtml



da IL MATTINO ONLINE
martedì 10 dicembre 2013 - 23:06
Ultimo aggiornamento: giovedì 12 dicembre 2013 12:14 
No. Non sta dormendo.
E tanto meno allattando i suoi cuccioli: è morta.
La cagnolina che vedete nella drammatica foto è una delle tante vittime della crudeltà dell'uomo.
Sì perché quella povera mamma alla ricerca di cibo per sfamare i suoi piccoli è stata avvelenata con un'esca di pollo preparata da esseri cosiddetti...umani.
Così l'ha trovata Giulia, una delle tenaci volontarie che ogni giorno combattono da sole e con pochissimi mezzi per strappare alla morte una marea di randagi che l'incuria e il degrado morale condannano ad una lenta fine. Una scena straziante: i cuccioli sono attoniti, guaiscono. Chiamano la loro mamma. Cercano di svegliarla da quel torpore improvviso. Qualcuno prova a succhiare il latte come aveva fatto fino a pochi istanti prima che un'ombra nera la avvolgesse e se la portasse via per sempre.
«Sono certa che dietro atti vili come questo - spiega Giulia - si nasconda la mano criminale di qualcuno che odia profondamente gli animali.».
La triste storia è accaduta a Piano dell'Occhio, Palermo.
Ma potrebbe essere avvenuta ovunque. In qualsiasi posto un randagio nel suo disperato girovagare abbia avuto la sfortuna di incontrare sul suo cammino un essere senza cuore.
di Alessandra Chello 
http://www.ilmattino.it/PELO_E_CONTROPELO/la-storia-la-mamma-uccisa-con-il-veleno-accanto-a-lei-i-cuccioli-disperati/notizie/399893.shtml
un articolo scritto con umanità e passione; 
un senso di imbarazzante condivisione con "esseri umani" ai quali manca la conoscenza del "valore della vita" in ogni forma Essa sia sviluppata.
Per far conoscere, per condividere, per cercare, ognuno nel suo piccolo, di cambiare qualcosa in un mondo troppo spesso di "persone sole con il proprio egoismo".
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giovedì 21 novembre 2013 - 02:30 Ultimo aggiornamento: 09:14


...ESTRATTO.....


 L'Arcangelo custode dei cani del Monte Somma: una vita dedicata ai randagi
di Daniela Spadaro


Somma Vesuviana. Anche i cani hanno l’angelo custode. Anzi, l’Arcangelo. Nel nome c’è già tutto, come una missione, perché l’angelo dei cani che vivono liberi sui sentieri del Monte Somma si chiama Arcangelo De Falco e ha 71 anni.

Ex ferroviere oggi in pensione, una moglie e due figlie  per i suoi «fratelli» a quattro zampe si prodiga molto più di tanti altri e così ogni giorno, spesso in compagnia dell’amico Gino Velotti, percorre la salita di Castello e si addentra nei sentieri.
Lo attendono decine di cani, restano lì ben sapendo che il loro «angelo» arriverà.

Carne in scatola, avanzi, pasta. «Preferiscono i maltagliati con la carne» - dice Arcangelo, sorridendo. Li conosce tutti, i cani del Monte Somma. Ma non ha dato loro un nome. «Per me sono tutti bellissimi, li chiamo così: belli». Solo ad una aveva trovato un nomignolo, ma non c’è più. «Si chiamava Bianchina».
Sempre più convinto, Arcangelo, che i cani «della montagna» vogliano restare senza padroni, scorazzare in libertà. Hanno solo bisogno di almeno un pasto al giorno ed è quello che da tempo lui gli regala.
Così, senza chiedere nulla, porta loro da mangiare e i cani ricambiano, accompagnandolo nel trekking tra i sentieri. «Li conosce tutti quei sentieri, come fosse una guida»- dice il suo amico Gino Velotti che lo ha fotografato insieme ai suoi «cuccioli».

La passione di Arcangelo per la montagna, e per tutti i suoi abitanti, è proverbiale.
Ma è anche una sofferenza. «Una sofferenza che si rinnova ogni giorno nel vedere i sentieri invasi da spazzatura, le violenze che si compiono contro la nostra montagna vulcanica, unica al mondo, chi ce l’ha una montagna così bella?» dice l’ex ferroviere che gli amici chiamano affettuosamente la «guida onoraria del Monte Somma».

Invece no, finora solo parole e promesse e sentieri nel cuore del Parco Vesuvio che sono divenuti sversatoi. Per i ritardi, la burocrazia, per l’incuria di chi va a smaltirvi rifiuti spesso pericolosi, di chi magari, stufo di un animale preso come fosse un giocattolo, lo ha abbandonato lì.
Alla vita randagia.

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Cultura contadina

Calore Umano

Risorse che Madre Natura ha concesso alle nostre Terre.

Una storia, fuori da "grandi fratelli" e "vetrine effimere di gloria e ricchezza"

Una storia che "ascolti" la parola Vivere.

Nel piccolo, ognuno come può, dovrebbe ricordarsi che,  essere "protagonisti" della Vita é molto più importante  che essere disattenti viaggiatori in cerca di un futuro che forse mai sarà.

Aiutare,
Partecipare,

Fermarsi a riprendere un dialogo...
... con il normale Vivere.

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