martedì 18 febbraio 2025

Capitale italiana della Cultura 2027


Con il dossier dal titolo “Pordenone 2027. Città che sorprende”, PORDENONE è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027.
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“Dietro lo sguardo operoso di città industriale, Pordenone sorprende. Sotto la superficie nasconde uno spirito ribelle fatto di arte, musica e libri, con cui si candida a diventare capitale della cultura, a rivelarsi ed esplorare una nuova idea di città, più bella, sostenibile e inclusiva”
Con il dossier dal titolo “Pompei Continuum”, POMPEI è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027.
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“Pompei Continuum risveglia l'arte e la cultura di Pompei, promuove la partecipazione attiva dei cittadini per una crescita sostenibile. Puntiamo alla rigenerazione urbana e turistica, inclusiva e solidale, con il sostegno di Parco Archeologico di Pompei, Pontificio Santuario di Pompei e UNESCO”.
Con il dossier dal titolo “Una cultura come il mare”, LA SPEZIA è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027.
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“Una cultura come il mare. LaSpezia2027 intende promuovere con la cultura un nuovo modo di vivere il rapporto tra l'uomo e il mare. Con creatività e sensibilità artistica, la città vuole proporre soluzioni per affrontare le sfide del presente e costruire un futuro sostenibile”
Con il dossier dal titolo “La bella tra terra e mare”, GALLIPOLI è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027.
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“Gallipoli è nel mare, è del mare, un’isola e una terraferma, un crogiuolo uterino di bellezza, nel cuore del Mediterraneo. Una città che vuole continuare a lavorare nel solco dell’inclusione sociale e della conversione green, detonando il suo patrimonio biblio museale unico, i teatri, biodiversità”.
Con il dossier dal titolo “Navigare il futuro”, BRINDISI è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027. -  Comune di Brindisi
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“Brindisi si candida a Capitale italiana della Cultura 2027 puntando sulla conoscenza come motore di rigenerazione urbana ed economica. Attraverso le transizioni digitali, energetiche ed ecologiche, mira a creare un investimento potente sulla cultura del territorio”.
Con il dossier dal titolo “Terra dell’altrove" ALIANO è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027. Comune di Aliano MT
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto di candidatura:
“La candidatura di Aliano 2027 si inserisce in un percorso tracciato da anni di lavoro sul territorio e per il territorio, con l’ambizione di compiere un ulteriore passo in avanti verso un modello di sviluppo a base culturale duraturo nel tempo e generare positivi effetti su scala regionale”.
Con il dossier dal titolo “Pietramadre”, ALBEROBELLO è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2027. - Alberobello 2027: Pietramadre - Candidata a Capitale italiana della Cultura.
Al Ministero della Cultura ha raccontato così il progetto:
“Alberobello 2027, un patrimonio di bellezza fondato sulla pietra. Una terra che testimonia al mondo la sua energia centripeta, attrattiva, oggi libera la sua energia centrifuga identitaria. Le architetture relazionali diventano motore di nuovo sviluppo, modello di nuovo turismo, seme di nuova vita”.
Sono 20 le città italiane ad aver inviato la manifestazione d’interesse per concorrere al titolo di Capitale italiana della Cultura, edizione 2027.
I Comuni che hanno risposto al bando entro la scadenza dei termini del 3 luglio sono:
  1. Acerra (provincia di Napoli, Campania); 
  2. Aiello Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); 
  3. Alberobello (provincia di Bari, Puglia); 
  4. Aliano (provincia di Matera, Basilicata);  - Aliano presenta a Potenza la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2027
  5. Brindisi (Puglia); 
  6. Caiazzo (provincia di Caserta, Campania); 
  7. Fiesole (provincia di Firenze, Toscana); 
  8. Gallipoli (provincia di Lecce, Puglia); 
  9. La Spezia (Liguria); 
  10. Loreto Aprutino (provincia di Pescara, Abruzzo); 
  11. Massa (provincia di Massa-Carrara, Toscana); 
  12. Mazzarino (provincia di Caltanissetta, Sicilia); 
  13. Morano Calabro (provincia di Cosenza, Calabria); 
  14. Pompei (provincia di Napoli, Campania); 
  15. Pordenone (Friuli Venezia Giulia); 
  16. Reggio Calabria (Calabria); 
  17. Santa Maria Capua Vetere (provincia di Caserta, Campania); 
  18. Sant’Andrea di Conza (provincia di Avellino, Campania); 
  19. Savona (Liguria); 
  20. Taverna (provincia di Catanzaro, Calabria).
Le candidature saranno valutate da una Giuria, che selezionerà tra queste le dieci città finaliste, entro il 12 dicembre 2024. A seguito di audizioni pubbliche, che si svolgeranno entro il 12 marzo 2025, la procedura di valutazione si concluderà entro il 28 marzo 2025 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2027.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà realizzare le attività progettate nel dossier e rilanciare il proprio territorio attraverso la cultura.
L’ultima città ad essere insignita del titolo è stata L’Aquila per il 2026. La Capitale italiana della Cultura in carica è Pesaro, a cui seguirà il prossimo anno Agrigento.

venerdì 7 febbraio 2025

Palazzo Te - Mantova

Palazzo Te è una villa rinascimentale collocata nell'area meridionale della città di Mantova. Costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione del marchese di Mantova Federico II Gonzaga, è l'opera più celebre dell'architetto e pittore italiano Giulio Romano. Il complesso è sede del museo civico e dal 1990 del Centro internazionale d'arte e di cultura di Palazzo Te che organizza mostre d'arte antica e moderna e di architettura.

Verso la metà del XV secolo Mantova era divisa dal canale Rio in due grandi isole circondate dai laghi formati dal fiume; una terza piccola isola, chiamata sin dal Medioevo Tejeto e abbreviata in Te, era collegata con un ponte alle mura situate nella parte meridionale della città.

Due sono le ipotesi relative all'etimologia del termine teieto o tejeto (anche se prive di fondamento): esso potrebbe derivare da tiglieto (bosco di tigli), oppure essere collegato a tegia, dal latino attegia, che significa capanna.

Il primo incontro tra Giulio Romano e il marchese Federico II Gonzaga avviene nel 1524, come narrato da Vasari, ed è in questo momento che il marchese commissiona la costruzione dell'edificio. Le prime testimonianze in merito alla presenza di Palazzo Te si hanno nel 1526, quando viene citato un edificio in costruzione che sorge vicino alla città, tra i laghi, sulla direttrice della Chiesa e del Palazzo di San Sebastiano.

La zona risultava paludosa e lacustre, ma i Gonzaga la fecero bonificare e Francesco II la scelse come luogo di addestramento dei suoi pregiati e amati cavalli. Morto il padre e divenuto signore di Mantova, Federico II, suo figlio, decise di trasformare l'isoletta nel luogo dello svago, del riposo e dei festosi ricevimenti assieme agli ospiti più illustri e dove poter sottrarsi ai doveri istituzionali assieme alla sua amante Isabella Boschetti.

Il palazzo è un edificio a pianta quadrata con al centro un grande cortile quadrato anch'esso, un tempo decorato con un labirinto, con quattro entrate sui quattro lati (Giulio Romano si ispira nell'impianto alla descrizione vitruviana della casa di abitazione: la domus romana con quattro entrate, ciascuna su uno dei quattro lati). Il piano nobile è leggermente elevato rispetto al terreno, questo per salvaguardarlo dalle piene del Mincio.

Il palazzo ha proporzioni insolite: si presenta come un largo e basso blocco, a un piano solo, la cui altezza è circa un quarto della larghezza. Secondo gli esperti questa struttura è dovuta all'ispirazione della villa antica, dove bisognava valorizzare le vedute orizzontali, i giardini e le fonti d'acqua.

Il complesso è simmetrico secondo un asse longitudinale.

Simbologia

Giove seduce Olimpiade

«Un poco di luogo da potervi andare e ridurvisi tal volta a desinare, o a cena per ispasso» (Giorgio Vasari)

I simboli e gli stemmi riempiono di significati più o meno celati e spesso politici, le pareti del palazzo e del suo voluttuoso proprietario. Il Monte Olimpo, ad esempio, circondato da un labirinto e che sorge dalle acque è un simbolo che spesso si ritrova, viene ripreso in elementi architettonici costitutivi del palazzo come le due ampie peschiere che attraverso un ponte portano al giardino, o come il labirinto in bosso (ormai scomparso) del giardino stesso.

Altro simbolo interessante è la salamandra, che Federico elegge come personale, assieme al quale spesso viene utilizzato il motto: quod huic deest me torquet (ciò che manca a costui mi tormenta); il ramarro infatti era ritenuto l'unico animale insensibile agli stimoli dell'amore, ed era impiegato come contrapposizione concettuale al duca e alla sua natura sensuale e galante, che invece dai vizi dell'amore era tormentato. it.wikipedia.org

Capitale italiana della Cultura 2027

Con il dossier dal titolo “Pordenone 2027. Città che sorprende”, PORDENONE è una delle dieci finaliste di Capitale Italiana della Cultura 2...