lunedì 9 maggio 2022

#Primavera2022, IN GIRO PER L'ITALIA. #Giro105 | Biancavilla | Ganzirri

Biancavilla è un comune italiano di 22 822 abitanti della città metropolitana di Catania in Sicilia.
Il comune è situato alle falde dell'Etna, a 513 metri sul livello del mare, a nord-ovest della città di Catania, su un lastrone magmatico che strapiomba sulla valle del Simeto a meno di 4 km in linea d'aria dal fiume.
È un comune appartenente al Parco dell'Etna ed è adiacente a quello dei Nebrodi. In giornate terse il panorama permette di distinguere le colline dell'alto Calatino.
Grazie all'abbondante presenza di sorgenti naturali e di grotte laviche, il territorio di Biancavilla fu abitato sin dal paleolitico superiore, dai Sicani prima, e dai Siculi dopo, come testimoniato dai reperti conservati presso il museo civico di Adrano[5] ritrovati in diversi siti archeologici esistenti anche all'interno dell'attuale centro abitato, ma fu successivamente abbandonato.
Nel territorio di Biancavilla, insieme a quelli di Adrano e Paternò, sono stati rinvenuti insediamenti della cultura di Castelluccio, risalenti all'età del bronzo antico.
Gli insediamenti castellucciani etnei presentano delle peculiarità rispetto ai più estesi siti del territorio sud-orientale dell'isola. La prima differenza sostanziale riguarda il tipo di sepolcri, come notò l'archeologo Bernabò Brea:
«Le lave dell'Etna, troppo dure per poter essere scavate, rendevano infatti impossibile l'adozione del tipo della tomba a grotticella artificiale, comune a tutte le altre zone della Sicilia. [...] Molto frequentemente si utilizzarono come ossari le grotte di scorrimento lavico che non sono rare sui fianchi del vulcano. [...] A Biancavilla entro una grotta di questo tipo di grandi dimensioni troviamo una vera necropoli di tombe a fossa ovale, circondate da muretti in pietrame a secco.»
(Luigi Bernabò Brea, La Sicilia prima dei Greci.)
Altra caratteristica distintiva della civiltà castellucciana etnea riguarda i tipi delle ceramiche. Sono state rinvenute infatti delle "anforette biansate a profilo accentuatamente carenato con una leggera decorazione ad angoli e tazze-attingitorio carenate" .
Nel territorio di Biancavilla sono state esplorate le seguenti grotte: Origlio I e II, Filiciosa, Pozzillo, Argentieri, Spartiviali, Via Scutari. Diversi reperti archeologici emersi dagli scavi, sono oggi esposti nel Museo Comunale di Adrano.
L'economia si basa principalmente sull'agricoltura; in particolare si producono ficodindia dell'Etna (ficurinnia) specialmente fioroni ottenuti da una seconda fioritura, sino agli anni settanta da mandorle dolci, le olive con la DOP Nocellara dell'Etna, le pregiate arance rosse, tarocchi e prodotti ortofrutticoli di notevole qualità. Ottima la produzione nel territorio di uve e vini da tavola come il pregiato Etna Rosso. La trasformazione dei prodotti avviene nei Palmenti e frantoi oleari del territorio a dare Olio d'oliva di qualità. wikipedia.org

#ascoltando:  Scisma  L'Innocenza

Ganzirri è una frazione di Messina, situata 13 km a nord-est dal centro città.
Nel comprensorio di Ganzirri si trova il lago, detto Lago Grande o Pantano Grande (il Lago di Ganzirri) adiacente e collegato al Lago Piccolo o Pantano Piccolo (il Lago di Torre Faro) tramite il canale dei Margi. Il lago di Ganzirri è inoltre collegato direttamente con il Mare Ionio, mentre quello di Torre Faro con il Mar Tirreno. Rinomati in tutta la Sicilia sia per la tradizionale attività di molluschicultura sia come frequentata zona di villeggiatura dello Stretto, da qualche anno il lago di Ganzirri è stato inserito nell'area de la Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro (il cui nome deriva dalla sua posizione a ridosso dei monti Peloritani) istituita dalla regione il 21 giugno 2001 e che copre una superficie di 68,12 ettari a terra. Conseguentemente l'attività di molluschicultura è cessata.
Ganzirri con i caratteristici vicoli stretti e con le case basse, conserva la struttura tipica di un borgo marinaro. Insieme a Torre Faro, forma la punta nord orientale della Sicilia che è la zona più vicina alla Calabria. La distanza da una riva all'altro dello Stretto di Messina è di soli 3,1 km (circa 2 miglia).
Dal vocabolo arabo khanzir, che indica in generale i suini e che può identificare ed essere utilizzato sia per il maiale che per il cinghiale. Il termine farebbe riferimento ad "una località ove abbondano i maiali o i cinghiali allo stato brado", una "porcilaia". In realtà si tratterebbe di una "cinghialaia", vista la prolificità storica di tale animale nel circondario peloritano. Dagli arabi questo territorio sarebbe stato chiamato Ghadir-al-Khanziri, cioè il "Pantano dei Cinghiali". La parola ghadir significa appunto "stagno", "palude", un'area dove l'acqua piovana si raccoglie a formare dei laghi acquitrinosi poco profondi.

La voce attuale deriva dalla corruzione dialettale dell'aggettivo al-Khanziri ("del Cinghiale"), a sottolineare quanto questo animale fosse particolarmente diffuso e facilmente avvistabile. Il toponimo probabilmente ha risentito della fusione sia del vocabolo ghadir che di khanziri, generando per agglutinazione la variante ghanziri, subito adottata dalla popolazione locale. wikipedia.org
#ascoltando:  Moltheni - Il circuito affascinante

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