mercoledì 14 settembre 2022

Trieste: Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare │Il molo Audace │ Grado

Costruito tra il 1856 e il 1860 su commissione dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo per abitarvi insieme alla consorte, la principessa Carlotta del Belgio, il Castello offre la testimonianza unica di una lussuosa dimora nobiliare conservatasi con i suoi arredi interni originari.Progettato dall’ingegnere austriaco Carl Junker, l’edificio presenta uno stile eclettico come professato dalla moda architettonica dell’epoca. I profumi mediterranei e le austere forme europee ricreano a Miramare uno scenario assolutamente unico grazie anche alla presenza del mare, che detta il colore azzurro delle tappezzerie del pianoterra del Castello e ispira nomi e arredi di diversi ambienti. Il museo conta più di ventidue sale. Il pianoterra, destinato in origine agli appartamenti privati, presenta un carattere intimo e familiare, mentre il primo piano, contraddistinto dalle tappezzerie di colore rosso con i simboli imperiali, era quello di rappresentanza, volto alla celebrazione della casata degli Asburgo-Lorena e riservato agli ospiti illustri. Il Parco Il Parco di Miramare, con i suoi ventidue ettari di superficie, è il risultato dell’impegnativo intervento condotto nell’arco di molti anni da Massimiliano d’Asburgo sul promontorio carsico di Grignano, in origine quasi del tutto privo di vegetazione.

Per la progettazione, Massimiliano si avvalse dell’opera di Carl Junker e del giardiniere boemo Anton Jelinek; furono importati grossi quantitativi di terreno fertile e numerose varietà di essenze arboree e arbustive, moltissime delle quali di origine extraeuropea.

I lavori furono costantemente seguiti da Massimiliano anche dopo il suo trasferimento in Messico, da dove fece pervenire un copioso numero di piante. Il Parco, che nelle intenzioni del committente doveva essere una stazione sperimentale di rimboschimento e di acclimatazione di specie botaniche rare, è un complesso insieme naturale e artificiale, dove è possibile ancora oggi respirare un’atmosfera unica, intrisa di significati strettamente legati al rapporto fra uomo e natura che era proprio dell’epoca. Il complesso di Miramare è caratterizzato anche dalla presenza di alcuni edifici destinati ad assolvere diverse funzioni. Oltre alle numerose, piccole strutture destinate ad ospitare il personale in servizio a Miramare, si segnalano: il Castelletto, residenza saltuaria di Massimiliano e Carlotta durante l’edificazione del Castello, di cui in scala ridotta ne riproduce le fattezze; le Serre, destinate ad attività di sperimentazione in campo botanico; l’edificio adibito a Kaffeehaus, in fondo al parterre; le Scuderie, destinate in origine ad ospitare cavalli e carrozze, oggi sede per esposizioni temporanee.  www.beniculturali.it 

Il molo Audace si trova sulle rive di Trieste, in pieno centro della città, a pochi passi da piazza Unità d'Italia e dal Canal Grande. Separa il bacino di San Giorgio dal bacino di San Giusto del Porto Vecchio. Nel 1740 affondò nel porto di Trieste, vicino alla riva, la nave San Carlo. Invece di rimuovere il relitto, si decise di utilizzarlo come base per la costruzione di un nuovo molo, che venne costruito tra il 1743 ed il 1751 e fu intitolato appunto a San Carlo.

Allora il molo era più corto di come si presenta oggi; misurava infatti solamente 95 metri di lunghezza ed era unito a terra tramite un piccolo ponte di legno. Nel 1778 venne allungato di 19 metri e nel 1860-1861 di altri 132 metri, raggiungendo così l'attuale lunghezza di 246 metri. Anche il ponte venne eliminato, congiungendo il molo direttamente alla terraferma.
Al molo san Carlo attraccavano allora sia navi passeggeri che navi mercantili, con gran movimento di persone e di merci. Il 3 novembre del 1918, alla fine della prima guerra mondiale, la prima nave della Marina Italiana ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu il cacciatorpediniere Audace, la cui ancora è ora esposta alla base del faro della Vittoria.
Il frontemare di Trieste (dalla Capitaneria di Porto a piazza Unità d'Italia) visto dalla cima del molo Audace
In ricordo di questo avvenimento nel marzo del 1922 venne cambiato nome al molo, chiamandolo appunto molo Audace, ed all'estremità del molo stesso nel 1925 venne eretta una rosa dei venti in bronzo, con al centro un'epigrafe che ricorda l'approdo, e sul fianco la dicitura "Fusa nel bronzo nemico III novembre MCMXXV". La rosa, sorretta da una colonna in pietra bianca, sostituì una precedente rosa dei venti tutta in pietra. La data MCMIL incisa sulla colonna ricorda il ripristino della stessa dopo il danneggiamento subito durante la seconda guerra mondiale.
Nel tempo, con lo spostamento dei traffici marittimi in altre zone del porto, il molo Audace perse progressivamente la sua funzione mercantile, ed oggi vi attraccano saltuariamente solo imbarcazioni di passaggio. Il molo è rimasto così un frequentato luogo di passeggio, una passerella protesa sul mare dall'indubbio fascino, che completa la passeggiata sulle rive ed in piazza Unità d'Italia. it.wikipedia.org
«Per me al mondo non v'ha un più caro e fido
luogo di questo. Dove mai più solo
mi sento e in buona compagnia che al molo
San Carlo, e più mi piace l'onda e il lido?»
(Umberto Saba, Il molo, vv.1-4)
Grado è un comune italiano di 7 736 abitanti del Friuli-Venezia Giulia, importante centro turistico e termale, noto anche come l'Isola del Sole e, per la sua particolare storia, la Prima Venezia.
Il territorio del comune di Grado si estende tra la foce dell'Isonzo e il mar Adriatico e la laguna omonima che copre una superficie di circa 90 km² e che va da Porto Buso a Fossalon. Il capoluogo si trova sull'isola maggiore ed è diviso in numerose zone e rioni: Gravo vecia (la città antica racchiusa dal perimetro del castrum romano), Borgo de fora, Isola della Schiusa, Colmata, Centro, Squero, Città Giardino, Valle Goppion - ex Valle Cavarera, Grado Pineta, Primero.
La laguna comprende circa 30 isole e copre una superficie di circa 90 chilometri quadrati. Oltre all'isola maggiore, sono abitate stabilmente anche l'isola della Schiusa, collegata a Grado con due ponti, e l'isola di Barbana. Nell'entroterra, rientra nel comune di Grado la frazione di Fossalon, una fertile area agricola ricavata con una bonifica nella prima metà del XX secolo, e Boscat[8]. La Valle Cavanata, presso Fossalon, è dal 1996 una riserva naturale protetta.
Il 27 maggio 1915, tre giorni dopo l'entrata dell'Italia nella prima guerra mondiale, Grado fu occupata dalle truppe del Regio esercito. Il paese, grazie alla sua posizione strategica, divenne un importante snodo delle retrovie del vicino fronte; inoltre, grazie alla sua vicinanza a Trieste divenne una delle basi dei motosiluranti della Regia Marina. All'idroscalo di Grado, sull'isola di Gorgo, dal 17 gennaio 1917 fu di stanza la 2ª Squadriglia Idrovolanti fino al mese di novembre. Nella primavera 1917 fu istituita la 253ª Squadriglia che resterà fino al 30 ottobre 1917, data in cui Grado fu abbandonata dagli italiani a seguito della disfatta di Caporetto. Al termine della prima guerra mondiale l'isola, che nonostante la prossimità del fronte fu sostanzialmente risparmiata dalle vicende belliche, venne annessa all'Italia.
Ai confini di Aquileia, nella zona del Belvedere dove la terra si interrompe e lascia posto alla laguna, era possibile imbarcarsi per raggiungere l'isola di Grado. Successivamente ci fu uno sviluppo turistico e urbanistico e nel 1905 fu costruita una strada nel mezzo della laguna per collegare le due parti del territorio. Nel 1936 Grado fu definitivamente collegata alla terraferma tramite la costruzione di un ponte girevole che pose fine all'isolamento dell'isola. Una rapida espansione urbanistica, accompagnata da opere di bonifica e di contenimento delle acque, ha quindi notevolmente ampliato le dimensioni dell'abitato, che ora si estende anche sulla vicina isola della Schiusa.
La basilica cattedrale di San Giusto è il principale edificio religioso cattolico, nonché duomo della città di Trieste. Si trova sulla sommità dell'omonimo colle che domina la città.
Come viene riferito dalla maggior parte degli storici triestini, l'aspetto attuale della basilica deriva dall'unificazione delle due preesistenti chiese di Santa Maria e di quella dedicata al martire san Giusto, che vennero inglobate sotto uno stesso tetto dal vescovo Rodolfo Pedrazzani da Robecco tra gli anni 1302 e 1320 per provvedere la città di una cattedrale imponente. La prima notizia riguardante la cattedrale risale all'anno 1337, quando il campanile dell'ex chiesa di Santa Maria venne rivestito con uno spesso muro per poter sostenere il nuovo edificio. I lavori al campanile si conclusero nel 1343, ma quelli alla chiesa si protrassero praticamente fino alla fine del secolo. Il campanile in origine era più elevato, ma nel 1422 venne colpito da un fulmine e venne ridotto all'altezza attuale.
Dopo la definitiva dedizione della città all'Austria (1382), l'allora imperatore Leopoldo III nominò il primo vescovo tedesco di Trieste, Enrico de Wildenstein, che in data 27 novembre 1385 consacrò l'altare maggiore della cattedrale.
Nel novembre del 1899 papa Leone XIII la elevò alla dignità di basilica minore.
L'austera facciata della chiesa è arricchita da un enorme rosone di pietra carsica, elaborato sul posto da maestri scalpellini ingaggiati a Soncino, vicino a Cremona, donde proveniva il vescovo. Ne rimane un ricordo nella denominazione della via dei Soncini a Trieste.  
 
Sia il campanile che la facciata della chiesa sono generosamente coperti con reperti del periodo romano. Il portale d'entrata fu per esempio ricavato da un antico monumento funebre. I busti in bronzo, aggiunti nel 1862 alla facciata su mensole ricavate da piedistalli romani, rappresentano tre vescovi illustri: Enea Silvio Piccolomini poi papa Pio II, Rinaldo Scarlicchio, scopritore delle reliquie venerate nella cattedrale, e Andrea Rapicio umanista del XVI secolo, a cui è stato aggiunto nel 2020 il vescovo Antonio Santin.  it.wikipedia.org

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