"Nel Parco Sirente Velino ci sono tre/quattro esemplari non confidenti – spiega il presidente Francesco D'Amore – e sono monitorati, ma ci guardiamo bene dal rivelare la loro posizione, per evitare che a curiosi e turisti venga in mente di cercarli, per avvicinarli e fotografarli, cosa che va evitata nella maniera più assoluta. Nel parco abbiamo raggiunto un equilibrio che dobbiamo difendere a tutti i costi, con la collaborazione di tutti". A parte qualche 'escursione' dell'orsa Amarena con i suoi cuccioli, ormai datata, non risultano infatti grandi criticità nella gestione dei grandi plantigradi, aspetto tornato alla ribalta dopo la tragedia avvenuta in Trentino, dove un'orsa ha ucciso un uomo. Nel Parco Sirente Velino, però, la presenza degli orsi è piuttosto "discreta", anche grazie a quella che il presidente D'Amore definisce "una politica di gestione sobria, in collaborazione con la comunità".
Un equilibrio raggiunto anche grazie all'applicazione di protocolli, piani di tutela e azioni messe in campo dallo stesso Parco in sinergia con il Ministero dell'Ambiente, regioni (sono Abruzzo, Lazio e Molise quelle interessate dalla presenza dell'orso bruno marsicano), i carabinieri forestali, associazioni ambientaliste e gli altri Parchi e riserve. "In tutto il mondo – spiega il direttore del Parco Sirente Velino, Igino Chiuchiarelli – esistono in tutto una cinquantina di esemplari di questa specie ed è chiaro che il nostro obiettivo è tutelare quelli presenti sul nostro territorio. Allo stesso modo bisogna tutelare i cittadini. Fortunatamente, a parte rare incursioni dell'orsa Amarena in qualche centro abitato, di solito non avvengono contatti; ad ogni modo sono previsti protocolli specifici, che prevedono dalle ordinanze comunali di divieto di fotografare gli orsi, alla protezione di apiari e pollai, attenta gestione dei rifiuti, fino alle attività di dissuasione poste in essere dai Carabinieri forestali, gli unici titolati a tentare di allontanare l'orso dall'ambiente antropizzato. Il tutto nell'ambito di un monitoraggio costante. Il Parco aderisce inoltre anche al Piano d'azione per la tutela dell'orso e alla Rete di monitoraggio, appunto. Importante anche la collaborazione con l'associazione Ambiente e/è vita, per la sensibilizzazione dei cittadini".
"Quello che bisogna capire – conclude il direttore del Parco – è che l'orso fa parte dell'ambiente montano, caratterizzato comunque da pericoli: oltre all'orso ci sono lupi, serpenti, insetti che pungono… qualcuno si è perfino intossicato mangiando piante che non devono essere toccate. Insomma, l'ambiente montano, con o senza orso, va vissuto in maniera consapevole e razionale. Noi mettiamo in campo tutte le risorse possibili per fare in modo che tutti possano godere delle meraviglie delle nostre montagne, ma serve collaborazione da parte di tutti".
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