lunedì 9 agosto 2021

#NarrazioniOlimpiche Tokyo 2020, #Storie: Luigi Busà, Il “Gorilla” è d'oro

Il “Gorilla” è d'oro! Al Nippon Budokan, tempio delle arti marziali, Luigi Busà regala all’Italia il primo oro olimpico nel karate kumite – 75 kg. Dopo il bronzo nel kata vinto da Viviana Bottaro, l’Italia Team conquista così un’altra storica medaglia anche nella specialità del karate che è entrato nel programma olimpico a Tokyo 2020. L’azzurro ha vinto in finale 1-0 sull'azero Rafael Aghayev
«È stata una figata pazzesca, sono felicissimo non solo per me, ma per tutto lo staff», le prime parole di un incontenibile Busà. «Davvero, mi sembra di non capire più niente, è stato un percorso incredibile. Sono contento per tutto il karate italiano. È bellissimo vincere qui alle Olimpiadi ed è un risultato che arriva alla fine di un anno difficilissimo, un giorno ve lo racconterò». E dopo la sofferenza, l'urlo, liberatorio: «Mamma ce l'ho fatta!». Una gioia, che poi, passato qualche minuto, lascia spazio alla consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande: «Sono quasi trentaquattro anni che aspetto questa notte, infatti non devo dormire. Si è fatta attendere, ma è bellissima. Sognavo da sempre di portare Avola in festa», continua Busà.
«All'inizio stavo bene, ma nel primo incontro non mi ero espresso benissimo, poi mi sono ripreso. La semifinale è stata grandiosa, la finale poi, è stata qualcosa di magico. Se è un sogno lasciatemi sognare». Il successo più bello, quello di Tokyo, per il karateka italiano rappresenta il compendio degli enormi sacrifici fatti. Perché per il campione di Avola che oltre al titolo olimpico può contare su un palmarès straordinario con due ori mondiali (Tampere 2006 e Parigi 2012), tre argenti (Belgrado 2010, Brema 2014 e Madrid 2018), un bronzo (Linz 2016) e quindici medaglie europee (cinque ori, due argenti ed otto bronzi) 
il viaggio è partito da molto lontano. : «È cominciato tutto come un gioco, all'inizio ero un ragazzo obeso, chi poteva pensare alle Olimpiadi? Ero molto ciccione, mi piaceva mangiare, a 13 anni pesavo 94 chili, ed ero più basso di adesso - racconta Luigi -. Solo mio padre vedeva in me qualcosa di speciale, lui è stato atleta». L'unica nota stonata nella festa del karate azzurro? Pensare che ai Giochi di Parigi 2024 non sarà disciplina olimpica. www.liberoquotidiano.it

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